Nonostante abbia vinto un Mondiale, e abbia giocato per le società italiane più prestigiose come Juventus, Milan e Napoli, José Altafini, leggenda del calcio giocato ma celebre anche per le sue indimenticabili telecronache non naviga affatto nell’oro anzi, ha una pensione sociale di 700 euro e a quasi 80 anni è costretto a lavorare ancora.
Al momento, nonostante sia stato un campione del mondo del calcio, e abbia anche avuto una grande carriera da telecronista sportivo, José Altafini lavora come rappresentante di una ditta che produce erba sintetica per i campi da calcio.
La spiegazione dell’ex fuoriclasse è semplice: “Ho solo la pensione sociale, 700 euro. Quando un uomo vive senza mai pensare ai soldi, i soldi non li fa. Volevo solo divertirmi, in campo e fuori, senza tanti calcoli”. In effetti ai tempi di Altafini non c’erano certo gli ingaggi multimilionari di oggi, ma a condannare l’ex attaccante fu una scelta poco felice economicamente: “Quando sono venuto in Italia a 20 anni chiamato dal Milan, mio zio Angelo e io abbiamo detto sì a un contratto in cruzeiros brasiliani. Una moneta che in quegli anni si è svalutata tantissimo, e così io guadagnavo sempre meno“.
Ma perché José Altafini non ha la pensione da calciatore? Anche in questo caso la conclusione è abbastanza facile da ricavare: “Non sono riuscito a fare la pensione da calciatore, ho versato solo tre anni di contributi. Quando ero andato a chiedere il riscatto mi avevano chiesto 70 milioni di lire arretrati e ho detto ciao amici”.
Ma il “rimanere senza soldi” per Altafini non è, e non è mai stato un problema, sintomo di un’inflessione caratteriale: “Ho molti difetti ma non sono tirchio e nemmeno invidioso dei miliardari. Tra l’altro, non riesco a chiederli i soldi, non l’ho mai fatto. Anche adesso, faccio fatica a dire quanto voglio di cachet per partecipare a un evento. E così ho un cachet bassissimo. Diciamo che devo lavorare per vivere ma sono contento”.
Con le sue frasi caratteristiche ha fatto la storia della telecronaca, dall'”Incredibile amisci”, alle “pagine del manuale del calcio”, fino all’indimenticabile marchio di fabbrica: “golasso”. Ma come mai José Altafini ha smesso di commentare le partite in tv? Anche in questo caso, senza troppi peli sulla lingua la risposta arriva dal diretto interessato: “La fine delle telecronache? Arrivarono dei personaggi che mi facevano la guerra per prendere il mio posto e io ho detto tanti saluti, amici. In Italia a volte viene premiata la raccomandazione e non la competenza. Mettono i giovani che urlano senza fantasia. Quando li sento abbasso il volume. Io ho inventato il manuale del calcio, il golasso”.
In ogni caso però Altafini è felice della sua vita, e scherzando ha già dato disposizioni anche su come chiuderla: “Sono soddisfatto della mia vita? Sì, una vita bellissima, tutto quello che sognavo mi è capitato. Ho sposato la donna che amavo e fatto il lavoro che desideravo. Anzi, sono andato oltre perché io sognavo di giocare nel Piracicaba in serie A. Mi sembrava tutto facile, tutto regalato. E non stavo tanto lì a guardare orari e diete come fanno adesso. Se mi sento più italiano o brasiliano? Difficile dire. Le mie origini sono italiane. Mio nonno era di Giacciano con Baruchella, Rovigo. Mia nonna di Trento, Caldonazzo. Quando non ci sarò più voglio le ceneri sul Po, così arrivano in Polesine e io torno da dove sono venuto, alle mie radici”
Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico. Inoltre forniamo informazioni sul modo in cui utilizzi il nostro sito ai nostri partner che si occupano di analisi dei dati web, pubblicità e social media, i quali potrebbero combinarle con altre informazioni che hai fornito loro o che hanno raccolto in base al tuo utilizzo dei loro servizi. Visualizza dettagli