Gli sponsor dei Mondiali in Qatar 2022

Niente soldi russi in Qatar? Nessun problema, arrivano le aziende Cinesi

Come sempre la FIFA, in occasione dei Mondiali, quest’anno in Qatar, ha coinvolto numerosi sponsor per l’iniziativa calcistica più importante del quadriennio. Sono proprio gli sponsor infatti, dopo i diritti televisivi a garantire i maggiori introiti, ben il 29% sul totale.

14 le società coinvolte dalla FIFA, di cui nove asiatiche (anche a causa dell’esclusione delle società russe).

Il dominio dei brand asiatici al Mondiale

Con ben nove società con sede in Asia, questa edizione ha stabilito un vero e proprio record fuori dal campo come dentro: 6 infatti le squadre asiatiche qualificate, il più alto numero di sempre.

I finanziatori del prestigioso torneo da disputare tra novembre e dicembre 2022 possono essere divisi sostanzialmente in due gruppi: i partner legati alla FIFA e alla Coppa del Mondo, e gli sponsor globali o regionali, coinvolti solo in occasione di questo evento e dunque desiderosi di promuovere i propri marchi sui mercati di tutto il mondo, affacciato per un mese sul Qatar. Nonostante le polemiche derivanti dalle violazione dei diritti umani, i mega brand non si sono certo lasciati sfuggire un’occasione d’oro come il Mondiale. Chi c’era in Russia ha confermato la sua presenza, fatto salvo per Gazprom ovviamente, ecco gli sponsor che hanno rinnovato: Adidas, Coca-Cola, Hyundai-Kia, Qatar Airways, Visa, Wanda Group, Anheuser-Busch InBev, Hisense, McDonald’s, Mengniu Dairy e Vivo. Le novità riguardano l’ingresso come sponsor di due società del mondo digitale: Globant, società di software e l’azienda indiana di tecnologia per l’istruzione Byjus’s, oltre che il gigante della valuta digitale Crypto.com.

Wanda Group, lo sponsor più importante

Se alcune aziende occidentali hanno storto il naso davanti al contesto qatariota, e con i soldi russi non più disponibili, è stato l’Oriente a sponsorizzare maggiormente la competizione FIFA. Il problema reputazionale derivante dal contesto della nazione ospitante non preoccupa i giganti cinesi, che vogliono cogliere la palla al balzo per penetrare i mercati internazionali.

Nel 2014 lo sviluppatore immobiliare cinese Wanda Group ha firmato un accordo da 850 milioni di dollari valido fino all’edizione 2030. Un altro dei maggiori investitori è la Menghiu Dairy, sede in Mongolia, e leader lattiero-caseario cinese ha impegnato in questi mondiali 60 milioni. Importante anche la partnership con Hisense, leader della produzione di elettronica, che si è impegnato a spendere 35 milioni. Un’altra società del settore elettronico, Vivo, ha deciso di spendere 450 milioni sulla base di un accordo di sei anni che ha già incluso la Confederations Cup del 2017 e la Coppa del Mondo 2018.

Il primo sponsor cinese nella storia della Coppa del Mondo è però il produttore di pannelli solari Yingli Solar, sponsor dal 2010. A favorire l’ascesa delle cinesi è stato l’addio alla FIFA da parte di Sony, Emirates e Johnson e Johnson tra 2014 e 2015, decisione maturata dopo le accuse di corruzione nei confronti della FIFA. In totale le aziende del Sol Levante hanno speso complessivamente 1,4 miliardi, le società degli Usa invece 1,1 miliardi. E l’influenza cinese non si ferma certo agli sponsor, ma comprende anche il 60% dei souvenir del Mondiale, prodotti dalla società cinese Yiwu, e dagli stadi stessi, costruito da aziende cinesi.

Byu’s e Crypto.com

L’ingresso dei due colossi tecnologici li mette nei panni di cogliere una grande opportunità di farsi conoscere: la startup di educazione mira entro il 2025 a raggiungere i 10 milioni di studenti in India, e allo stesso tempo acquisire un profilo globale. Crypto dal canto suo è la piattaforma ufficiale di scambio di criptovalute della FIFA, con sede a Singapore è l’unica società del Sud Est asiatico.

Scritto da Gabriele Vecchia

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