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Capitano di un Napoli pronto a fare la storia del calcio italiano e titolare della Nazionale, che periodo questo per Giovanni Di Lorenzo, sentito anche nella sala stampa di Coverciano per parlare di Italia-Inghilterra, incontro che ormai è abitudine del calcio europeo visti i quattro incroci in due anni.
Giovanni Di Lorenzo è arrivato a Napoli solo nel 2019, dopo gli anni ad Empoli si è conquistato l’interesse di un top club con grandi prestazioni sul campo e ad oggi ne è una bandiera imprescindibile.
Il capitano azzurro e la società stanno cercando un accordo che leghi Giovanni Di Lorenzo e il Napoli fino al 2028, l’accordo potrebbe arrivare a fine stagione, soprattutto se dovesse arrivare il sempre più probabile Scudetto.
Al momento lo stipendio di Di Lorenzo è quello medio all’interno della rosa del Napoli: circa 2,3 milioni di euro all’anno. I due giocatori più pagati nella rosa sono Osimhen e Lozano con 4,5 milioni l’anno, poi c’è il polacco Zielinski a quota 3,5 e la sfilza di 2 milioni e mezzo.
Paradossale che, il nuovo gioiello del Napoli Kwaratskhelia guadagni “solo” 1,5 milioni di euro, per ora.
A Coverciano Di Lorenzo si è detto pronto ad affrontare gli inglesi nel suo stadio, ma pur sempre rispettando la nazionale dei 3 Leoni: “Non penso che siamo più deboli rispetto al passato. Il gruppo è un po’ cambiato, ma abbiamo giocatori di grande qualità, con una mentalità importante – le parole dell’esterno lucchese -. Affronteremo l’Inghilterra al meglio delle nostre possibilità, sapendo che davanti abbiamo una grande nazionale”.
Sarebbe bello che l’Italia acquisisse un po’ della spensieratezza e coraggio del Napoli: “Si vede da fuori che oltre al gioco che esprimiamo ci divertiamo in campo. Era così anche con la Nazionale dell’Europeo, poi qualche risultato ha portato a perdere questa spensieratezza. Dobbiamo ritrovare questo, giocare insieme e con entusiasmo“.
Le somiglianze di stile tra Spalletti e Mancini secondo Di Lorenzo: “Mister Mancini mi ha dato la possibilità di esordire in Nazionale, che è il sogno di chiunque inizi a giocare a calcio. Come Spalletti non sta tanto a guardare il nome, gioca sempre chi merita. Questa è una cosa che li accomuna. Spalletti mi ha dato davvero tanto, oltre alla fascia di capitano mi ha migliorato come giocatore e anche di mister Mancini posso dire le stesse cose. Non vedo grosse differenze, anche se poi il lavoro quotidiano è diverso da quello che facciamo qui”.
Ed infine chiaramente il ricordo di Gianluca Vialli: “Sentiamo la sua assenza. Ne abbiamo parlato tra di noi quando purtroppo è venuto a mancare: ci ha lasciato qualcosa di bello, era profondo nelle parole che usava. Ci manca, quella di giovedì sarà la prima gara senza di lui e abbiamo anche un dovere in più, servirà ancora più impegno anche per lui“.
La carriera del terzino lucchese non è stata semplice prima del suo arrivo in Serie A nel 2017: prima di questa occasione ha dovuto faticare nelle serie minori per farsi notare: Reggina, Cuneo e Matera le sue prime società, prima della grande occasione all’Empoli, sfruttata alla grande e conclusasi con l’approdo a Napoli, che lo ha definitivamente lanciato ai più alti livelli del calcio.
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