Si tratta della stagione più importante della carriera di Marco Ricci di Firenze. L’arbitro toscano ha raggiunto da questa stagione l’importante risultato di venire inserito all’interno dell’organico della CAN come assistente. Il debutto in una gara ufficiale di Serie A per il fischietto italiano è arrivato alla 15esima giornata di del campionato, l’ultima prima della pausa Mondiali.
L’assistente toscano è stato impiegato nella direzione di Monza-Salernitana.
Chi è Marco Ricci: l’intervista all’arbitro di Serie A
Marco Ricci è stato inserito per la prima volta all’interno della lista arbitri dell’A.I.A (Associazione Italiana Arbitri) nel 2001.
All’inizio della stagione 2022-23 il fischietto di Firenze ha fatto l’ultimo passo nella scalata arbitrale venendo inserito nel CAN.
Il 13 novembre del 2022 Marco Ricci ha fatto il suo esordio come Assistente arbitrale nella 15esima giornata di Serie A in Monza-Salernitana. Come d’uso per gli arbitri all’esordio, sul canale Youtube dell’AIA è stata caricata una breve intervista di presentazione di Marco Ricci.
Ad intervistare l’arbitro fiorentino Federico Marchi, direttore della rivista l’Arbitro.
Primo argomento trattato nell’intervista riguarda l’inizio della carriera da arbitro di Marco Ricci, che racconta di come fin da piccolo abbia amato il calcio. Resosi conto già a 16 anni che per lui un futuro nel calcio professionistico non ci sarebbe stato, spinto dal padre inizia il corso da arbitro a Coverciano.
L’ambiente familiare della sezione fa nascere la passione per l’arbitraggio, che fa crescere Ricci come ragazzo e come uomo dal punto di vista fisico ma soprattutto mentale: “Ho imparato presto cosa vuol dire sacrificarsi: a 17 anni non potevo andare a ballare con gli amici ma toccava rientrare sempre presto, e quando tardavo mio padre mi chiamava e mi diceva di rientrare in casa”. La spinta ed il supporto del padre sono stati un fattore fondamentale per arrivare a questo livello.
Per gli arbitri in particolare i momenti di flessione delle prestazioni non sono facili da gestire, per questo Ricci ha il suo metodo: “Lo dico sempre ai ragazzi più giovani: ci sono più sconfitte che vittorie nell’arbitraggio. Quando perdi e vedi il tuo obiettivo come irraggiungibile, serve qualcosa che te lo faccia sembrare raggiungibile, e la passione che mi trasmetteva mio padre me lo ha fatto sempre sembrare tangibile”.
Per quanto riguarda il futuro Marco Ricci ha le idee ben chiare: “Nel futuro vedo di divertirsi: l’arbitraggio quando non ci si diverte più rimane una cosa pesante, ed io voglio continuare a divertirmi con questo sport“.
Come già detto, la figura del padre è stata fondamentale per Marco Ricci. La sua perdita però non lo fermò qualche anno fa dallo scendere in campo, episodio che già all’ora venne ripreso da diversi giornali.
Era l’ottobre del 2018 e Marco Ricci arbitrava ancora in Serie C, dirigendo la gara tra Fermana e Sud Tirolo. Al termine della gara Marco Ricci si ferma a metà campo, scoppiando in lacrime tra lo stupore di tutti.
Il motivo dietro il crollo dell’arbitro fu la morte del padre avvenuta durante la settimana: nonostante quanto successo Ricci non si tirò indietro, proprio per onorare la memoria del padre che così tanto fece per farlo diventare arbitro.