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Il calcio è di certo uno degli sport più conosciuti e praticati al mondo. In special modo in Sud America ed Europa, quella calcistica è una passione fortemente radicata nella popolazione, che sia a livello di club che di Nazionale, segue le proprie squadre come una vera e propria fede.
Non in tutto il mondo però funziona così: vi sono infatti piccoli Paesi, solitamente abbastanza sperduti, di dimensioni e popolazione molto ridotte, in cui il calcio non ha alcuna importanza, tanto che non c’è alcuna squadra nazionale riconosciuta e nessuna federazione che sia riconosciuta dalla FIFA.
La FIFA al suo interno riconosce ben 211 federazioni calcistiche, a cui sono affiliate 211 Nazionali maschili e, per ora, 129 Nazionali femminili. Vi sono però ben sei categorie di selezioni che possono anche definirsi “nazionali”, ma che non sono appartenenti alla FIFA.
Tra gli Stati sovrani per esempio, ce ne sono ben otto che hanno deciso di non volersi affiliare alla FIFA: Gli stati di Kiribati, Micronesia, Palau e Tuvalu per esempio, risultano affiliate unicamente all’OFC (Oceania Football Confederation), e di conseguenza possono partecipare unicamente alle competizioni continentali e non alle qualificazioni per i Mondiali FIFA per esempio.
Ci sono poi alcuni Stati che non hanno mai partecipato a nessuna confederazione calcistica in generale: Città del Vaticano, Monaco, Isole Marshall e Nauru.
Vi sono poi anche diverse regioni nel mondo, facenti parte di Stati più grandi ed ora in fase di decolonizzazione o che si stanno rendendo autonome, che possono essere iscritte solo alle varie confederazioni, è questo il caso di paesi quali: Guadalupa, Guyana Francese, Martinica, Saint-Martin, Isole Marianne Settentrionali, Riunione e Niue, cui non è concesso di partecipare alle qualificazioni per i Mondiali FIFA. Alcuni dei Paesi che stanno invece lottando per l’autonomia sono: Cipro Nord, Groenlandia e Tibet.
L’unico dei paesi membri delle Nazioni Unite (193 membri aderenti) a non avere una propria squadra di calcio Nazionale sono le Isole Marshall. La motivazione è delle più semplici: di fatto all’interno del piccolo paradiso dell’Oceania, nessuno ha magi giocato una partita di calcio in rappresentanza del proprio paese.
Per tentare di cambiare lo stato delle cose, nel 2020 è stata fondata la Marshall Islands Soccer Federation, che dovrà occuparsi di risolvere alcuni problematiche di base, prime tra tutte l’assenza di una squadra nazionale o di una squadra in generale che giochi con regolarità all’interno delle isole del paese.
Ma perché forzare la pratica del calcio dove pare non essere necessario? Il motivo è dei più nobili sulla carta: rendere le isole più “vicine” attraverso il calcio, mettendo in luce le problematiche climatiche che ne mettono a rischio la sopravvivenza stessa.
Le Isole Marshall sono un due arcipelaghi a metà strada tra l’Australia e le Hawaii: il territorio è composto da più di mille isole e atolli, i suoi due arcipelaghi si chiamano Ratak e Ralik: rispettivamente “alba” e “tramonto” in quanto si trovano uno a nord dell’equatore e l’altro a ovest rispetto all’antimeridiano di Greenwich.
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