“Non fare il veneziano” è una delle espressioni più conosciute ed utilizzate quando si gioca a calcio. In questo articolo scopriremo perché viene usato questo termine nello specifico ed il relativo significato.
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Perché si usa non fare il veneziano nel calcio
L’espressione “non fare il veneziano” viene utilizzata nel gergo calcistico per apostrofare un giocatore che tiene troppo il pallone, improvvisandosi spesso in dribbling che puntualmente non riescono causando la perdita del pallone.
In pratica è un giocatore che non gioca di squadra e punta tutto sulla sua individualità, una caratteristica di per sé buona se si è dotati di ottimi piedi perché così facendo si riescono a scartare gli avversari ma spesso questo non trova riscontro e di conseguenza un comportamento del genere non fa che irritare i compagni.
Quindi se si viene apostrofati in questo modo sappiate che non vi stanno facendo un complimento ma anzi tutt’altro di conseguenza l’ideale è giocare di squadra ed avventurarsi in dribbling solitari solo se si è consapevoli di riuscire o se è proprio una necessità.
La frase creata dal professor Cortellazzo è stata scelta perché i bambini ed i ragazzi veneziani quando giocavano a calcio erano costretti a tenere la palla tra i piedi per evitare che finisse nell’acqua.
E’ entrata ormai nel gergo comune legato al mondo del calcio, quindi è facile sentirla pronunciare dai bambini nei campetti degli oratori o delle periferie così come dagli adulti che giocano a calcio in tutti i campi del nostro paese.
Si tratta probabilmente dell‘unica espressione nel mondo del calcio che è legata ad una città dato che non sono molte le città utilizzate per definire le caratteristiche tecniche di un giocatore.
Quando la si sente per la prima volta, spesso giocando a calcio con altri bambini nasce il dubbio del perché si usa il nome degli abitanti di una città, analizzando il gioco del giocatore a cui viene affibbiato e conoscendo la viabilità veneziana è facile capirne il motivo.
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Altre motivazioni legate alla nascita di questa definizione
Non è solo questa la spiegazione del termine ma ne esistono anche altre. Una è legata alla frase tipicamente veneta “faso tutto mi” ovvero faccio tutto io che perfettamente si lega all’identikit del “veneziano” calcistico un giocatore che pensa di risolvere le partite da solo non puntando sui compagni di squadra.
Questa frase può essere associata anche ad un gioco di gambe molto famoso chiamato “la veneziana” ed è anche legato all’individualità dei giocatori in abbinamento allo stile unico dell’arte della città lagunare.
Un altro motivo è legato alla squadra del Venezia che nel 1941 con Valentino Mazzola e Ezio Loik vinse la Coppa Italia rendendo famoso il club della città.
Questa definizione usata da ragazzi e giocatori in tutta Italia ha legato Venezia indissolubilmente al mondo del calcio e questa unione è destinata a non terminare mai fino a quando ci sarà un giocatore “tuttofare”.