I calciatori professionisti non possono scommettere denaro sulle partite siano esse della loro squadra o di altre squadre militanti nel medesimo o altro campionato su cui è possibile puntare del denaro. In questo articolo vi spieghiamo il perché e cosa dice il regolamento italiano in merito.
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I calciatori non possono scommettere sul calcio al fine di trarne un profitto, siano essi appartenenti alle giovanili, del settore dilettantistico o professionisti.
Ecco perché è emersa la situazione che ha coinvolto giocatori Fagioli, Tonali, Zaniolo e altri. Loro hanno compiuto un’azione che era vietata loro fare.
Infatti un calciatore non può puntare denaro con lo scopo di guadagnare su una qualsiasi partita del proprio campionato, dei campionati stranieri o delle competizioni Uefa o Fifa.
I calciatori non possono scommettere su eventi legati al calcio ma qualora decidessero di puntare i propri soldi su altri sport come il basket, il nuoto o l’automobilismo lo possono fare e non potranno subire sanzioni di alcun tipo.
La regola è semplice si può scommettere basta che non lo si faccia sul calcio. Questa vale anche per dirigenti e tesserati delle società calcistiche. Tutto l’organigramma calcistico non può puntare denaro sul proprio sport. Chi viene scoperto a farlo subirà squalifiche sulla base della gravità dei fatti.
Si tratta di una scelta volta anche e soprattutto alla non alterazione dello svolgimento di gare e campionati.
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L’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva inserito nel regolamento della FIGC recita il seguente testo:
“L’ordinamento federale fa espresso divieto ai calciatori ed ai tesserati in genere di effettuare qualsiasi tipo di scommessa al fine di trarne profitto. Questo anche in una prospettiva di garanzia del regolare svolgimento delle gare e dei campionati”
L’articolo 24 quindi spiega perché i calciatori non possono scommettere i propri soldi sulle partite di calcio in programma e che chiunque lo fa (venendo poi scoperto) rischia una pesante squalifica, in alcuni casi anche a vita.
Tornando a quanto accaduto a Fagioli, la cui squalifica è stata ridotta da 12 a 7 mesi, la sua condanna sarebbe potuta essere più esemplare ma forse ha contribuito il fatto di essersi autodenunciato e di aver collaborato con la giustizia fornendo i nomi di altri soggetti coinvolti.
Sugli altri soggetti coinvolti forniti da Fagioli non si hanno al momento notizie relativamente alle possibili squalifiche che saranno comminate. Anche in questo caso il fatto di voler collaborare con la giustizia potrebbe far diminuire la pena.
La diminuzione della pena non è una punizione esemplare perché non si penalizza il reato per la sua gravità ed inoltre si fa in modo che casi di questo tipo possano essere reiterati da altri soggetti poiché vi è già un precedente.
I prossimi giorni chiariranno anche questi aspetti, quello che i tifosi non vogliono assolutamente è che questo caso che è scoppiato si trasformi in una farsa con pene decisamente non commisurate alla gravità dei fatti commessi.
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