Aia sotto commissariamento? Il rischio è concreto

Il mondo arbitrale italiano sta attraversando un periodo di intensa turbolenza, con il rischio imminente di un commissariamento dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA). La faida interna, che ha caratterizzato i mesi pre-elettorali, ha assunto dimensioni sorprendenti, proiettando un’ombra di incertezza sul futuro dell’AIA e coinvolgendo ogni aspetto del calcio italiano.

La battaglia per il potere

Il cuore della contesa vede contrapposti l’ex presidente dell’AIA, Trentalange, desideroso di riconquistare la leadership dopo essere stato assolto nel caso D’Onofrio, e la coppia Rocchi-Orsato, sostenuta dalla Figc. Questa lotta per il potere rischia di compromettere l’integrità del mondo arbitrale italiano, dalla Serie A alle categorie inferiori, con il pericolo di sacrificare talenti promettenti in questo delicato momento.

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Implicazioni tecniche e politiche

L’impatto sulla vita tecnica dell’AIA è significativo, con molti membri che cercano alleanze per garantirsi un futuro stabile. Tuttavia, l’instabilità politica minaccia di compromettere l’attività tecnica in corso. Entrambi gli schieramenti, alla ricerca di una via d’uscita, stanno giocando la carta del commissariamento dell’AIA come soluzione per porre fine all’impasse.

La battaglia nei bastioni dell’AIA

Il governo dell’AIA, composto da nove membri, è diventato il campo di battaglia principale. Far cadere il governo significherebbe consegnare al presidente Gravina il potere di scegliere il commissario. Molti occhi sono puntati su Rocchi come possibile figura di riferimento.

In questo scenario incandescente, il calcio italiano è sospeso tra la politica interna dell’AIA e il futuro delle designazioni arbitrali. La situazione si fa sempre più intricata, lasciando gli appassionati del calcio con il fiato sospeso e l’AIA in bilico tra la stabilità e il rischio imminente del commissariamento.

Rapuano e la polemica nella finale di Supercoppa Italiana

La direzione di Rapuano nella finale di Supercoppa Italiana ha contribuito ad accrescere le polemiche che avvolgono la classe arbitrale italiana. Secondo il Corriere dello Sport, il problema non è limitato alle decisioni sbagliate dei direttori di gara, ma coinvolge l’intera governance dell’AIA.

La guerra tra fazioni

L’AIA, composta da nove membri con il presidente Carlo Pacifici e il vice Alberto Zaroli, è divisa in due fazioni in guerra. Da una parte, Archinà, Affinito e Zappi sostengono i vertici attuali, mentre dall’altra Senesi, Mazzaferro, Camiciottoli e Marconi cercano un ribaltone e pensano di sfiduciare la governance Pacifici-Zaroli.

Il potenziale commisariamento

Se la situazione dovesse sfociare nel crollo della governance attuale, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, avrebbe il compito di nominare un commissario. Gianluca Rocchi, attuale designatore arbitrale, emerge come il nome più accreditato, nonostante il suo sogno dichiarato di diventare un giorno presidente dell’AIA.

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