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Ai tempi d’oro, lo paragonarono alla Gioconda al Louvre, un talento argentino negato all’Italia dai francesi. Javier Pastore, reduce da successi al Palermo, fu acquisito dal PSG per 42 milioni di euro, un investimento che ora sembra svanire.
A 34 anni, il fantasista deve dire addio al calcio, intraprendendo un percorso chirurgico all’anca, e il suo ritorno sembra richiedere un vero miracolo, come ha confessato in una recente intervista televisiva.
Il trionfo al PSG e il declino a Roma: un amore incompiuto
I tifosi del PSG adoravano Pastore, il creatore di magie calcistiche che manteneva la sua aura nonostante l’arrivo di stelle come Ibrahimovic e Neymar. Dopo sette stagioni, cinque titoli nazionali e successi in varie coppe, l’addio fu come dire addio a un vecchio sentimento. La Roma lo accolse come scommessa, ma il declino iniziò, culminando in problemi fisici e, infine, nel doloroso addio.
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Il calvario degli infortuni e la speranza di un ritorno: “Servirà un miracolo”
Il calvario di Pastore prosegue, incapace di imporsi nemmeno nel campionato saudita con il Qatar SC. L’infortunio all’anca, che lo tormenta anche nella vita quotidiana, lo ha portato a decidere per un intervento chirurgico. “Servirà un miracolo per tornare”, ammette Pastore, sottolineando la difficoltà di tornare in campo a causa dei persistenti problemi fisici.
Il futuro incerto e la decisione cruciale
Intervistato da “Dimanche soir Football” su Prime Video Sport France, Pastore rivelò: “Devo ancora operarmi all’anca. Lo faccio per avere una vita quotidiana migliore e non questi continui dolori”. Ogni giorno è un’agonia, non solo sul campo da gioco ma anche nella vita di tutti i giorni. Pastore è in stand-by, dovrà prendere una decisione quest’estate. “Sarebbe un miracolo se riprendessi, tornare a giocare a calcio sarebbe un vero miracolo. Ma non si sa mai”, conclude il giocatore argentino.
Epilogo amaro: il miracolo che sfugge e un possibile addio al calcio
A 34 anni, Pastore è svincolato, e le possibilità di vederlo tornare in campo si assottigliano. “Devo operarmi di nuovo all’anca. Onestamente, lo faccio per avere una vita migliore e non avere più dolore”, spiega. “Sento dolore ogni giorno. Anche nella vita normale. Tutto questo deve finire, non è piacevole”. Un tragico epilogo per un talento che ha conquistato il cuore dei tifosi, ma che potrebbe dover dire addio al calcio, a meno che un vero miracolo non avvenga.
Il calcio potrebbe perdere così uno dei suoi artisti più amati, il Flaco che incantava con la sua eleganza e creatività. Un addio che fa riflettere sulla fragilità della carriera sportiva, sui sogni infranti e sulla speranza di un ritorno che sembra sempre più lontano. Resta l’immagine di Pastore, come un’opera d’arte incompiuta, un ricordo di giorni migliori e di gioie calcistiche ormai lontane.
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