Il Napoli sta già guardando al futuro con l’idea di chi potrà essere il prossimo allenatore. Tra i molti nomi possibili il più papabile sembra quello di Francesco Calzona. In questo articolo scopriremo chi è e come si è evoluta la sua carriera nel mondo del calcio professionistico.
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De Laurentiis sembra aver deciso, sarà Francesco Calzona il prossimo allenatore del Napoli. Si tratta di un salto nel buio quello che vorrà compiere il presidente azzurro dato che Calzona come vedremo nei prossimi paragrafi non ha avuto una carriera dove ha ricoperto posizioni di rilievo come allenatore.
Un modo per rifondare una rosa che quest’anno sembra lontanissima parente di quella che ha ottenuto la vittoria del terzo scudetto della propria storia la scorsa stagione.
La carriera di Calzona ha avuto inizio dopo un periodo in qualità di giocatore per l’Arezzo e la prima squadra in cui ha allenato è stata la Castiglionese nel 2004 per poi passare la stagione successiva al Torrita.
Re-incontra Maurizio Sarri, che aveva già avuto come tecnico da giocatore, nel 2007 di cui diviene secondo all’Avellino e collaborerà con il tecnico toscano sempre in qualità di secondo allenatore anche nelle altre squadre in cui allenerà compreso il Napoli.
Ritrova il Napoli anche nel 2021 quando viene scelto per coprire il ruolo di collaboratore tecnico da Luciano Spalletti. La conoscenza dell’ambiente napoletano è sicuramente un punto a suo favore. I molti anni da secondo gli hanno permesso di acquisire i segreti di grandi tecnici di cui ha fatto tesoro.
Di sicuro questa esperienza nel ruolo di primo allenatore potrà essere impegnativa ma è un banco di prova importante dopo aver ricoperto la medesima posizione in qualità di allenatore della nazionale slovacca nel 2022.
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Calzona è un allenatore che predilige il modulo 4-3-3 con un’impostazione molto simile a quella di Luciano Spalletti. Nel Napoli del futuro si abbandonerà la difesa a tre riportata in auge da Mazzarri preferendo un maggior numero di difensori più vicini e raccordati tra di loro.
In merito al suo stile di gioco vi riportiamo un estratto proveniente da un’intervista realizzata qualche tempo fa al giornale Tuttosport:
Provo sempre a fare la partita ma non sono un integralista, se l’avversario si dimostra decisamente più forte allora bisogna riuscire a limitarlo. Quello che voglio dire è che non mi sento a mio agio se devo comunicare un calcio difensivo. L’equilibrio è importante, ma giocare a calcio ancora di più. Io cerco di proporre un calcio di qualità, ma con grande applicazione. Se superi la prima linea di pressione avversaria poi devi verticalizzare per arrivare il prima possibile in zone di campo dove creare pericoli all’avversario.
Bisogna prepararsi a vedere un Napoli pronto a giocare a viso aperto puntando sempre ad attaccare ed a trovare possibilmente la via del gol. Un qualcosa che in questa stagione purtroppo si è visto di rado.
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