Helenio Herrera è stato uno dei tecnici di maggior successo nel calcio degli anni ’60 allenando squadre in Italia del calibro di Inter e Roma. In questo articolo vediamo chi era scoprendo alcune curiosità sulla sua vita privata.
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Helenio Herrera nasce a Buenos Aires il 10 aprile del 1910 ed è considerato da esperti ed appassionati uno dei migliori allenatori della storia del calcio con un palmares ricco di successi sia a livello nazionale che internazionale.
La sua esperienza con il calcio italiano lo ha visto per ben due volte tecnico dell’Inter dal 1960 al 1968 e successivamente nella stagione 1973-74. Con i nerazzurri nella sua prima presenza ha vinto davvero tanto anche se i due successi che lo hanno incoronato Mago questo era il suo soprannome sono stati nell’allora Coppa Campioni ovvero l’odierna Champions League nelle stagioni 1963-64 e 1964-65.
Accettò l’offerta che la Roma gli fece nel 1968 e rimase sulla panchina capitolina per ben 5 stagioni sino al 1973 vincendo una Coppa Italia nel 1969 e una coppa anglo italiana nel 1972.
Successivamente è tornato all’Inter nella stagione 1973-74 ma a causa di problemi cardiaci che lo avevano colpito è stato costretto a lasciare la panchina dopo una sola stagione.
Helenio Herrera si sposò con Fiona Gandolfi che conobbe nel 1969 quando lei, inviata de La Stampa lo intervistò, dopo un rincorrersi per via dei vari impegni si sposarono e lei rimase accanto all’allenatore sino alla morte.
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Dopo l’esperienza interista fece il consulente al Rimini ma appena compì i 60 anni non gli fu più concesso di allenare nel campionato italiano e quindi si trasferì in Spagna per allenare il Barcellona con cui si qualificò in Europa e vinse la Coppa Nazionale nel 1981.
Morì a Venezia dove si era stabilito dopo tutto il suo peregrinare per l’Europa a causa di un arresto cardiaco all’età di 87 anni.
Quello che Herrera ha lasciato sia ai tifosi dell’Inter che della Roma è un qualcosa di unico, un’etica per la professione che negli anni ’60 non si era vista prima di lui, un amore per il calcio elevatissimo come la conoscenza di quest’ultimo.
E’ ancora oggi un icona per entrambi i club anche se forse il legame maggiore lo ha avuto con l’Inter, gli scudetti vinti e le due Coppe Campioni sono rimaste per 45 anni il suo ricordo più nitido sino alla notte di Madrid del 2010 quando finalmente i nerazzurri riuscirono a centrare l’obiettivo europeo.
Se si pensa a lui il primo pensiero è legato al suo soprannome perché in fondo era è e resterà per sempre Il Mago riferimento di un calcio che non tornerà più dove gli interessi maggiori erano legati al campo ed a qualche intreccio al di fuori di esso.
Non era infatti quel business che conosciamo oggi e forse è anche per questo che si ricorda questo periodo con nostalgia.
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