Dall’Inghilterra sono arrivati molti giocatori di calcio, alcuni in grado di lasciare un segno indelebile nel mondo del pallone, altri con una buona carriera ed altri ancora che sono state delle vere e proprie meteore con carriere terminate molto presto per via di varie vicissitudini.
Il protagonista di questo articolo appartiene alla categoria centrale, scopriamo chi è Jay Bothroyd.
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La carriera di Bothroyd è iniziata nel 2000 al Coventry City dove rimase fino al 2003 collezionando 14 goal in 72 presenze. Dopo fu acquistato dal Perugia dove fece una stagione con 28 presenze e 5 reti, la squadra italiana poi lo passò in prestito al Blackburn dove giocò poco.
Un anno al Charlton poi l’acquisto da parte del Wolverhampton dove rimane per 2 stagioni sino al 2008 segnando 12 reti in 55 presenze. Una breve parentesi allo Stoke City prima di venir acquistato dal Cardiff City dove milita sino al 2011 mettendo a segno 41 goal in 116 presenze.
Nel 2011-12 lo acquista il QPR ma dopo una stagione lo cede in prestito allo Sheffield Wednesday, torna al QPR nel 2013-14 ma gioca poco segnando solo 1 gol.
La stagione 2014-15 la passa al Muangthong United in Thailandia e la successiva milita in Giappone al Jùbilo Iwata dove segna 34 goal in 54 partite più di un goal a gara di media.
Dal 2017 al 2021, quando si ritira, milita al Consadole Sapporo altra squadra della massima lega calcistica giapponese.
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Il debutto ed unica gara con la nazionale inglese è avvenuto nel 2010, quando militava nel Cardiff City subentrando a Carroll in un amichevole contro la Francia. In quella gara ha fatto registrare il debutto in nazionale di un giocatore del Cardiff City.
E’ stato principalmente un calciatore di club di fascia bassa ma che nel proprio campionato è riuscito a segnare diverse reti con maglie di squadre diverse. La sua carriera è durata 21 anni e come professionista non è poco.
Da quando ha smesso con il calcio giocato non è più entrato a far parte del mondo che lo ha visto protagonista, salvo essere tornato alla ribalta di recente per aver confessato di soffrire di epilessia.
Lo ha tenuto nascosto mentre era professionista per evitare contratti di un anno anche se ci fu un episodio di black out in una gara contro l’Arsenal.
Il fatto che lo abbia confessato solo ora fa capire quanto sia stato professionale a nascondere questa terribile malattia ed anche fortunato, perché non ha avuto casi gravissimi che lo avrebbero debilitato.
Naturalmente non bisogna prendere esempio e giocare da professionisti essendo malati ma allo stesso tempo il suo racconto fa anche capire quante pochi controlli ci sono nel mondo del calcio su queste malattie.
Chissà che dopo questa testimonianza le squadre non prendano la briga di verificare anche questi aspetti nei controlli medici che i calciatori compiono molto di frequente.
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