“Il vero tenente porta il numero 3, il mio bodyguard personale. Capace sia di eseguire un movimento diagonale che una presa judo” Così il capitano del Athletic dell’epoca, Iker Muniain, descrisse Vivian dal balcone del municipio di Bilbao poco dopo la paradisiaca sfilata sulla Gabarra, a seguito della vittoria della Coppa.
Nel frattempo Iñigo Lekue ‘sottrasse’ il microfono per un istante al giocatore ora in forze al San Lorenzo, per sollecitare i tifosi a intonare in coro “Non sono un attaccante, sono un difensore centrale”, seguito da “se entri in collisione con Vivian, finisci all’ospedale”.
Il difensore gasteiztarra, amato e molto stimato nella squadra dell’Athletic, è dell’idea che “piuttosto che pensare se uno è titolare o riserva, dobbiamo concentrarci nel dare il meglio di noi stessi ogni volta che ne abbiamo l’opportunità”. Vivian sostiene che “l’Athletic ha un progetto vincente. Sono super entusiasta. Sappiamo tutti molto bene cosa ci aspetta. Ne è prova il contratto a lungo termine che ho firmato (fino al 2032). Nonostante la durata del contratto, preferisco concentrarmi sul breve termine e focalizzarmi su ciò che è immediatamente importante”.