È inaccettabile. La competizione in Europa è una cosa positiva, ma ciò che alcuni gruppi violenti fanno attorno alle partite è inverosimile. Questi germi di violenza si manifestano anche nei tornei nazionali. L’Athletic Club ha mostrato una reazione esemplare dopo i fatti accaduti due giovedì fa a Roma, quando i sostenitori più estremisti hanno lanciato fumogeni sul campo e tra il pubblico, ma non hanno risparmiato i tifosi locali presenti.
L’immagine più significativa è stata quella di De Marcos e Iñaki Williams che hanno rimproverato i facinorosi. Pochi giorni dopo, durante una partita di campionato, gli ultras del Frente Atlético hanno attirato l’attenzione durante il derby contro il Real Madrid.
L’arbitro Busquets Ferrer ha deciso di interrompere momentaneamente il match per il lancio di oggetti in campo. I capitani della squadra locale sono intervenuti, prima da soli e successivamente, al termine dell’incontro, con i compagni per celebrare il pareggio. Ma le cose sono peggiorate. La situazione più grave si è verificata giovedì scorso a Donostia, dove gli ultras dell’Anderlecht hanno superato ogni limite, distruggendo il pannello di protezione nella loro area e scagliando vetri e sedili contro i tifosi della Real sottostanti. Nonostante il caos, i giocatori belgi sono andati a festeggiare la vittoria con i loro tifosi. Le dichiarazioni di Oyarzabal e di altri sono state all’altezza di un club come quello donostiarra. È inconcepibile quanto accade durante le partite europee. Le autorità, comprese quelle della UEFA, devono intervenire prontamente e con decisione. Bloccare strade, sospendere lezioni, chiudere i dehors e fermare il traffico sono misure da prendere senza indugi.
Il calcio era un’altra dimensione. La parte più frustrante è quella consapevolezza di sapere che il lupo sta arrivando e l’impotenza di fermarlo dal fare quello che vuole.