L’Associazione dei Calciatori Spagnoli (AFE) ha espresso solidarietà verso il giocatore del Betis, Diego Llorente, affermando che lo sosterrà fino alla fine qualora la Real Federazione Spagnola di Calcio (RFEF) prendesse qualsiasi provvedimento disciplinare nei suoi confronti per aver liberamente espresso un’opinione.
L’AFE ha dichiarato di “non condividere affatto” la decisione del Comitato Tecnico degli Arbitri (CTA) di segnalare Llorente al Comitato di Disciplina dell’RFEF a causa delle sue dichiarazioni post-partita contro il Sevilla, avvenuta domenica scorsa, come specificato in un comunicato ufficiale.
Nell’incontro, il Sevilla ha vinto grazie a un rigore realizzato da Lukebakio, scaturito da un presunto tocco di mano di Llorente, il quale ha sostenuto che non c’era foul e quindi non avrebbe dovuto essere punito con un rigore da Martínez Munuera. “Ho appena guardato le immagini e non comprendo nulla. Le mie mani erano abbassate, lui afferma che le avessi aperte e in nessun momento le avevo in posizione orizzontale. Non è solo il fatto che fischi un rigore, cosa che può interpretare in campo, ma che il VAR non lo richiami e poi gli dica che le mie mani sono in quel modo è una mancanza di rispetto, è davvero deplorevole,” ha commentato Llorente. “Gli arbitri hanno già avuto tempo per imparare ad usare il VAR, non ci sono scusanti, e alla fine si mettono a nudo. Le spiegazioni che abbiamo visto in TV sono false. Non è solo una questione di fischiare, ma anche di trovarsi di fronte a delle menzogne, è incomprensibile per me. Dobbiamo essere critici verso noi stessi, però è necessario alzare la voce, perché nell’ultima partita contro Las Palmas, a un mio compagno è stata data una gomitata in testa prima che il pallone fosse toccato, e anche quello è un rigore,” ha concluso.
L’AFE ha preso posizione a favore di Llorente, sottolineando che il calciatore rischia di subire un’ingiusta sanzione per aver fatto uso del suo diritto alla libertà di espressione, un diritto legittimo e garantito dalla Costituzione a ogni individuo. Il sindacato mette in evidenza che tale decisione mira non solo a limitare la sua libertà di espressione, ma anche a privarlo del diritto di lavorare, nel caso in cui venga penalizzato, solamente per aver espresso liberamente il proprio parere, similmente a quanto accade in altri settori. Le ripercussioni sportive di tale scelta potrebbero influenzare sia il giocatore che il suo club.