L’Athletic ha registrato un valore di 0,17 negli ‘Expected Goals’, in contrasto con il 1,13 dello Slavia Praga. I tiri effettuati sono stati 6 per i baschi e 14 per i cechi, con 3 tiri in porta per l’Athletic e 6 per gli avversari.
La percentuale di possesso è stata di 39% contro 61%. Interessante notare che i leoni non hanno ottenuto alcun corner, un dato significativo visto che si giocava a San Mamés, mentre i cechi ne hanno battuti ben otto. Nonostante ciò, il punteggio finale è stato 1-0, con i tre punti che sono rimasti a Bilbao.
Come si può interpretare questa situazione? Potremmo rifarci a un proverbio, accettando che il calcio è imprevedibile. Tuttavia, esaminando più a fondo quanto accaduto sul campo, si può notare l’importanza di due figure chiave dell’undici rosso e bianco.
Nico Williams ha portato la qualità e il tiro che sono mancati allo Slavia, senza dimenticare una certa dose di fortuna per la deviazione che ha portato al gol. Dall’altra parte, Agirrezabala ha bloccato ogni tentativo degli avversari, fermando il loro attacco. Anche se le sue parate non sono state particolarmente spettacolari, ha avuto interventi decisivi. In particolare, ha evitato le seconde occasioni con blocchi o respinte a lato, rendendo la serata difficile per Michez. Non da meno, la sua prontezza ha fatto la differenza in situazioni complicate, come quella in cui ha respinto con i piedi un colpo di testa di Chory.
La presenza di Renteria ha infuso una nuova fiducia nel gruppo, specialmente in termini difensivi. Agirrezabala, interpellato a fine partita sulle sue parate, ha mantenuto un atteggiamento umile: “È parte del lavoro del portiere”, ha dichiarato. Indubbiamente, aveva bisogno di esibirsi in una prestazione del genere. Se i bomber si nutrono di reti, i portieri si definiscono attraverso le loro parate. Il numero 13 era stato al centro delle critiche a Las Palmas, nonostante la vittoria, e soprattutto dopo l’espulsione subita contro il Sevilla. Ieri, Julen ha ammesso che è stato un episodio “difficile”.
“Ci troviamo nel massimo livello, sono molto autocritico e ritengo che il mio avvio non sia stato all’altezza”, ha evidenziato Agirrezabala, senza esitazione nel riconoscerlo. Ha vissuto un inizio di stagione complicato, aggravato da un infortunio che lo ha costretto a restare ai margini nelle due prime giornate, facendo registrare una frattura di tre vertebre. Probabilmente questo infortunio gli ha causato più problemi di quanto abbia mostrato, sebbene non desideri usarlo come scusa: “Non penso sia un alibi”.
La porta dell’Athletic rimane impenetrabile. Agirrezabala, insieme a Padilla o Unai Simón, contribuiscono a mantenere alta la guardia. Ad ogni modo, il portiere di Murgia sta continuando il suo processo di recupero. Sta già svolgendo esercizi con Aitor Iru, ma ancora lontano dai riflettori. In tredici partite, la squadra di Bilbao ha mantenuto quattro porte inviolate, ma il numero potrebbe essere maggiore se non fosse stato per i gol subiti in extremis da Atlético, Sevilla e Espanyol nel finale di partita.
L’Athletic può vantarsi di avere una delle difese più solide della Europa League, avendo concesso solo un gol in tre partite, segnato da Dovbyk a Roma. Le squadre AZ Alkmaar e Slavia Praga non sono riuscite a segnare al San Mamés. Questi dati si allineano con quelli di Lazio, Tottenham, Ajax e Midtjylland. Nessuna formazione è riuscita a rimanere imbattuta. Il Ludogorets, avversario tra quindici giorni per gli uomini di Valverde, è uno dei pochi, insieme al Dinamo Kiev, a non aver realizzato alcuna rete.
Agirrezabala continua a brillare come un leone. Giovedì ha disputato la sua 46esima partita come portiere dell’Athletic. Un aspetto interessante è che le sue apparizioni si distribuiscono equamente tra campionato (23) e altre competizioni: 20 in Coppa e 3 in Europa League. La situazione potrebbe cambiare nuovamente lunedì a Mallorca, un avversario che evoca solamente ricordi positivi per lui e per tutta la famiglia zurigorri.