I residenti dell’Associazione Parque Vivo del Guadaira hanno chiesto martedì scorso una revisione dei permessi per la costruzione del nuovo stadio Benito Villamarín, progettato dal Real Betis. Hanno definito quest’opera una “costruzione ‘monstruosa'” che “non assicura una adeguata evacuazione del pubblico”.
Teresa García, una portavoce dell’associazione, ha fatto questa dichiarazione durante un incontro di discussione intitolato “Il Nuovo Stadio Benito Villamarín: un progetto iconico controverso”, che si è svolto nel pomeriggio di martedì presso la Scuola Tecnica Superiore di Architettura dell’Università di Siviglia (ETSAS).
Ha sottolineato che il progetto del club “si basa su un accordo del 2003 che risulta obsoleto e sbilanciato”.
Un’altra esponente dell’Associazione, Cristina Rus, ha osservato che “tutti gli incontri” avuti “con il Comune e il Betis sono stati vaghi” e ha espresso il timore che l’unico interesse di entrambe le parti sia “completare il progetto dello stadio, ma per scopi sportivi senza avere chiarezza sull’uso della zona adiacente”. Ha aggiunto: “Stiamo assistendo a quanto sta accadendo al Santiago Bernabéu. Siamo preoccupati per l’affollamento dell’area. Un hotel e un centro congressi non hanno posto a Heliópolis. La sicurezza per i partecipanti e i residenti ci preoccupa”, ha evidenziato.
Il professor Pablo Arias, componente del Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione Territoriale dell’ETSAS, ha riconosciuto che “grandi infrastrutture sportive provocano delle trasformazioni nell’ambiente circostante”. D’altro canto, Manuel Ángel González Fustegueras, redattore dell’attuale PGOU di Siviglia, ha dichiarato che “si è assistito a un cambiamento nel modello di stadio”, perciò il nuovo progetto sostenuto dal Betis “deve dimostrare di apportare benefici alla città”.
L’architetto Antonio González Liñán, figlio del progettista che “ha vinto il concorso” per la costruzione del nuovo stadio Benito Villamarín nel 1998, ha dichiarato che suo padre “ha concepito un progetto in cui funzionalità ed estetica erano considerate come un’unica entità”, tralasciando “l’idea di un’espansione urbanistica”, poiché “l’area disponibile è troppo ridotta per ospitare così tanti spettatori”. “I confini sono netti”, ha aggiunto González Liñán, precisando che, in riferimento a quel progetto che aveva portato alla realizzazione delle nuove gradinate di Fondo e Gol Nord, l’intento era quello di “ridurre al minimo l’impatto dello stadio”. Ha anche osservato che ora “il Betis ha scelto un modello gestionale americano, con uno stadio ubicato al di fuori della città” e si trova “in attesa di vedere come si svilupperà il progetto”. I lavori per il nuovo Benito Villamarín, che avrà una capacità di 60.379 posti e richiederà un investimento superiore ai cento milioni di euro, dovrebbero iniziare all’inizio del 2025, prolungandosi per due anni. Questo progetto prevede una nuova gradinata di Preferenza, accanto a un innovativo edificio che occuperà una superficie adiacente, oltre a varie modifiche degli aspetti esterni e interni degli altri settori dello stadio.