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Un evento di portata internazionale
Dal 14 al , la Vallecamonica ha ospitato la 22esima edizione della Champions League del bridge, un evento che ha richiamato l’attenzione di appassionati e professionisti da tutta Europa. Dodici squadre, tra cui due italiane, si sono sfidate in un’atmosfera di competizione e amicizia, rappresentando nazioni come Francia, Polonia, Norvegia, Inghilterra, Danimarca, Belgio, Svizzera, Olanda, Svezia e Serbia.
Questo torneo non è solo un momento di sfida, ma anche un’opportunità per promuovere il territorio e il suo patrimonio culturale.
La Champions femminile: un passo avanti per le donne nel bridge
Parallelamente alla competizione maschile, si è svolta la seconda edizione della Champions femminile, con dieci squadre in gara.
Questo evento rappresenta un importante passo avanti per il riconoscimento delle donne nel mondo del bridge, un settore tradizionalmente dominato dagli uomini. Le squadre femminili hanno dimostrato grande talento e determinazione, contribuendo a rendere l’evento ancora più significativo e inclusivo.
Un tributo a Hélène de Prittwitz
Durante le finali, un momento toccante ha segnato la cerimonia: è stato osservato un minuto di silenzio in memoria di Hélène de Prittwitz, vice presidente della Scala di Milano e della fondazione Teatro Grande di Brescia. La sua scomparsa ha colpito profondamente la comunità del bridge, che si è unita attorno a Romain Zaleski, marito di Hélène e capitano del Bridge Breno. Zaleski ha espresso la sua soddisfazione per l’organizzazione dell’evento e ha sottolineato l’importanza di far conoscere la Vallecamonica a un pubblico internazionale.
Un successo per la Vallecamonica
Il Bridge Breno ha ottenuto un onorevole nono posto, ma il vero successo è stato la capacità di attrarre grandi campioni europei nella valle. Zaleski ha dichiarato: “Ognuno si porterà a casa un bel ricordo del nostro territorio, che si è dimostrato ancora una volta capace di accogliere al meglio i visitatori e pieno di sorprese”. Questo evento ha non solo messo in luce le abilità dei giocatori, ma ha anche rafforzato il legame tra sport e comunità locale, promuovendo un’immagine positiva della Vallecamonica.