Diego Llorente è diventato uno dei pilastri del Real Betis da quando è arrivato in squadra ed è l’unico giocatore di campo ad aver disputato da titolare tutte le partite di LaLiga fino ad oggi, completandole tutte tranne l’ultima contro il Celta, dove ha chiesto di essere sostituito per precauzione poco dopo l’inizio del secondo tempo.
In un’intervista rilasciata al Diario de Sevilla, Llorente ha dichiarato che il calciatore che lo ha maggiormente colpito della rosa è Iker Losada, originario della Galizia: “Il compagno che mi ha sorpreso di più… Mi piace molto e spero che non ci sia fraintendimento e che non voglia mettergli pressione, ma è Iker Losada.
Penso che abbia molte qualità, sta attraversando un periodo di adattamento, ha bisogno di acclimatarsi a un livello superiore e non è facile, ma credo che possieda molto e mi ha colpito in modo positivo”. Llorente, che ha iniziato la sua carriera nel settore giovanile del Real Madrid, ha successivamente militato nel Rayo, nel Málaga, nella Real Sociedad, nel Leeds e nella Roma. Il suo approdo in Premier League è avvenuto grazie a Víctor Orta, attuale direttore sportivo del Sevilla FC: “Ovviamente le nostre strade si sono separate e nella vita le cose cambiano, adesso è il nostro massimo rivale. Gli voglio molto bene e penso che sia un ottimo direttore sportivo e una persona fantastica, ma come gli ho già detto, da ora in poi è il mio avversario e se ci dovessimo incrociare per strada, non gli garantirò un saluto” (dice ridendo). “Conservo un ottimo ricordo di lui, perché alla fine nel calcio, oltre alla competizione e allo sport, restano le persone e le amicizie. Víctor mi ha accolto bene quando sono arrivato a Leeds e mi ha dato tutto il suo supporto, per questo gli sarò sempre grato”.
Llorente ha espresso le proprie opinioni riguardo alle ragioni dell’alta incidenza di infortuni nel calcio contemporaneo. Ha sottolineato che il riposo minimo di 72 ore tra le partite non viene rispettato, evidenziando la situazione del Betis, che si trova spesso a giocare in Europa League o in Conference di giovedì. Ha affermato: “Il livello fisico e il ritmo del gioco sono aumentati. A mio avviso, il gioco e la gestione della palla sono diventati più veloci e richiedono maggiore intensità. Tuttavia, è fondamentale considerare il calendario: se esistono delle norme che prevedono un intervallo di 72 ore tra le gare, non è accettabile terminarne una giovedì a tarda notte e dover affrontarne un’altra domenica a mezzogiorno. Chi si occupa della programmazione deve dare priorità a questo aspetto rispetto ai diritti televisivi. Alcuni possono sostenere che cinque ore di differenza non siano significative, ma non è affatto una questione da sottovalutare. Questo porta a interrogarsi sul numero di partite, sulla lunghezza delle rose… È un tema complesso con molteplici punti di vista, ma è imprescindibile rispettare almeno il riposo di 72 ore. Personalmente, fatica a trovare sonno dopo una gara e se termino a notte inoltrata, come le undici, l’adrenalina mi tiene sveglio fino alle tre o quattro del mattino.”