Il principale azionista del Sevilla, José María del Nido Benavente, sta attualmente lottando in ambito legale per riprendere il controllo della società, attualmente guidata da altri azionisti, tra cui suo figlio come presidente. Del Nido ha fatto un’interessante analogia sulla sua situazione in questa lunga battaglia legale che sembra essere destinata a continuare.
Ha paragonato la sua resilienza a quella di Ilia Topuria, il campione mondiale di UFL, atleta molto noto in Spagna. “Chi mi conosce sa che per battermi bisogna abbattermi. Se mi lasci un barlume di speranza… sono guai. Se mai dovesse esserci uno scontro, dammi l’ultimo colpo…
come con Topuria. Bam!, a terra. Devi rimanere sul ring con me. Perché, se mi rialzo…”, ha dichiarato Del Nido Benavente durante un incontro con vari leader del settore imprenditoriale.
Ha inoltre sottolineato che nella prossima Assemblea degli Azionisti, i suoi avversari non disporranno di validi motivi legali per impedirgli di votare, contrariamente a quanto accaduto in precedenza. Infatti, il 10 dicembre scade l’accordo sulle azioni che era stato indetto nel 2018 per tutelare i diritti delle minoranze, e l’assemblea si terrà dopo tale data. “C’è una sentenza del Tribunale Mercantile numero 2 che avvisa il presidente del consiglio di amministrazione, chiaramente, che se dal 10 dicembre 2024 impedisce il mio diritto di voto, commetterà almeno un reato societario. Questo è quanto affermato dal giudice. Pertanto, sono certo che non troveranno un’altra scappatoia legale per negirmi il diritto di voto, poiché ci sono già sentenze che lo sostengono, e una chiara avvertenza legale riguardo alla possibile infrazione. Non ci sono più scuse per farlo. Se agiscono in tal modo, violeranno una decisione giudiziaria”, ha avvertito l’ex avvocato.
Il Sevilla non ha ancora fissato la data per la prossima Assemblea Ordinaria degli Azionisti, che è prevista per la fine di dicembre. Questo è dovuto al fatto che deve trascorrere un mese minimo dalla convocazione all’effettiva celebrazione. Del Nido Benavente possiede una quota di azioni sufficiente per destituire il consiglio di amministrazione, il quale ha continuamente negato il diritto di voto per rimanere in carica.