Berenguer si è assunto la responsabilità di realizzare il rigore che ha permesso all’Athletic di ottenere il suo venticinquesimo trofeo di Coppa. Il giocatore navarrese, che in semifinale contro l’Atletico di Madrid al Metropolitano era già stato preciso dagli undici metri, ha finalmente messo fine a un incubo che durava da quarant’anni.
Il tutto in un colpo solo. Durante quella storica serata a Siviglia, ci furono altri tre leoni che, pur non avendo avuto continuità sul campo rispetto alle stagioni precedenti, hanno contributo al successo. Due di loro hanno chiuso il loro capitolo con l’Athletic al termine di quella stessa stagione, mentre un altro continua a seguire gli ordini di Valverde, nonostante la sua presenza in campo sia stata limitata.
Raúl García, Muniain e Vesga, in ordine di realizzazione dei calci di rigore contro il Mallorca, hanno segnato i tre gol dalla distanza, preparandosi al momento decisivo di Berenguer.
La sua performance durante quella calda notte non si è limitata al solo tiro dal dischetto. Ha avuto a disposizione vari minuti per infondere al giovane team rossonero la necessaria calma, sicurezza e personalità. Da notare che all’intervallo il punteggio era di 0-1 a favore del Mallorca. Sancet, uno dei pilastri dell’Athletic attuale, ha portato il punteggio in parità in un match in cui non tutti i leoni hanno reso al massimo delle loro capacità, poiché la pressione li ha spesso frenati. Un déjà vu, considerando che in altre finali di Coppa e persino in quella più lontana di Europa League, situazioni simili erano già accadute ad altri giocatori dell’allora squadra rossonera.
Non si può negare il valore che giocatori come Unai Simón, Vivian, i Williams, Sancet e altri hanno portato al panorama bilbaino. Tuttavia, non è giustificabile sminuire l’importanza di alcuni membri della squadra che, nonostante la loro lunga permanenza nel club, attualmente non godono di molto tempo di gioco. La loro presenza nella rosa non è affatto casuale.
