Ci hanno comunicato: “La Champions non si giocherà qui.”

Nel contesto di Montilivi, si è svolto un incontro con i vari sponsor del club, durante il quale Quique Cárcel, responsabile sportivo, e Nacho Mas-Bagà, amministratore delegato, hanno presentato una relazione sul percorso intrapreso dal Girona in un anno senza precedenti.

Quello che iniziò come un’aspirazione lontana si è chiuso con il debutto della squadra in Champions League, affrontando sfide che segneranno un nuovo capitolo nella storia del club. Mas-Bagà ha messo in evidenza il cammino della squadra nell’ultimo campionato, evidenziando la stabilità del gruppo: “A parte la prima giornata, abbiamo sempre occupato posizioni da Champions nei restanti mesi”.

Tuttavia, il raggiungimento della massima competizione europea ha messo in luce anche le difficoltà di Montilivi. “Dallo scorso ottobre, era chiaro che giocare nel nostro stadio sarebbe stato impossibile. Abbiamo provato a ristrutturare la tribuna di preferente e il gol nord, ma non è stato praticabile,” ha spiegato il CEO, richiamando gli sforzi per soddisfare le norme UEFA. “La regola era ben definita.” Dopo mesi di impegno e dialogo con istituzioni come la UEFA e il City Football Group, il Girona è riuscito ad avere la licenza necessaria per partecipare alla Champions. Mas-Bagà ha sottolineato l’arduo percorso intrapreso: “Le disposizioni erano chiare: se non ci si adattava, saremmo andati in Europa League. Alla fine, abbiamo trovato una soluzione condivisa con uno studio legale a Londra,” ha raccontato. Per Quique Cárcel, la qualificazione alla Champions ha rappresentato un cambiamento incredibile: “Il valore della rosa è passato da 60-70 milioni a oltre 350 in pochi mesi. Era fuorviante, poiché molti giocatori chiave, come Savinho, Couto o Eric García, non erano nostri.” Il direttore sportivo ha anche ammesso che questo mercato estivo è stato una vera sfida, durante il quale il Girona ha potuto effettuare investimenti più significativi senza perdere di vista la logica.

Il club ha affrontato difficoltà nel mantenere i suoi giocatori a causa dell’interesse manifestato da altre squadre. “Non avevamo intenzione di cedere Dovbyk, ma le offerte erano significative. Per quanto riguarda Aleix García, la sua partenza, sebbene fosse controversa, non si rivelava negativa”, ha spiegato Cárcel. La scelta di disputare le partite di Champions a Montilivi è stata un segno di rispetto nei confronti dei tifosi. “Tutti noi abbiamo fatto dei sacrifici per vivere questa esperienza a casa. Era la decisione più vantaggiosa dal punto di vista sportivo e per la comunità di Girona”, ha dichiarato Mas-Bagà. Tuttavia, il costo dei biglietti è stato oggetto di discussione, in particolare quando si è trattato di match contro squadre come il Liverpool. “La questione non riguardava solo il prezzo, ma i tifosi abbonati richiedevano un trattamento speciale”, ha riconosciuto. Con il debutto in Champions ora alle spalle, i dirigenti guardano al futuro con speranza. Cárcel è fiducioso nelle capacità del team per progredire ulteriormente: “Questo formato di Champions è molto impegnativo, ma abbiamo le basi per puntare a una seconda metà del campionato di successo”, ha aggiunto con convinzione. Consolidare il progetto rimane l’obiettivo primario, ma il Girona ha già dimostrato di essere pronto a puntare in alto, affrontando le sfide con maturità e lungimiranza.

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