Il dato sul turnover nell’Athletic è significativo: sono stati schierati 24 undici diversi in 25 partite

La situazione dell’Athletic si evolve quotidianamente. Non stiamo parlando di una semplice espressione figurativa, ma di una realtà effettiva, visto che Valverde ha utilizzato ben 24 formazioni diverse nelle 25 gare disputate dai leoni. Soltanto un’escursione iniziale è stata ripetuta.

Le sostituzioni sono un aspetto tangibile e facilmente verificabile di settimana in settimana. Questo approccio è stato avviato dal primo giorno di stagione, con l’intento di bilanciare il carico di lavoro e prevenire l’accumulo di stanchezza, senza nemmeno attendere che si accumulassero gli impegni.

L’unica formazione che è stata impiegata più di una volta è stata quella presentata nelle trasferte a Mallorca e Fenerbahçe. I giocatori in campo furono Agirrezabala; Gorosabel, Yeray, Paredes, Yuri; Jauregizar, Galarreta; Iñaki Williams, Sancet, Nico e Guruzeta. C’è stata la possibilità di un’altra ripetizione a Pamplona, ma il cambiamento nel ruolo del portiere l’ha ostacolata, poiché i dieci calciatori di campo erano gli stessi della partita contro l’AZ Alkmaar, mentre contro l’Osasuna è sceso in campo Unai Simón, mentre Agirrezabala lo aveva fatto in Europa. Finora non si è verificata né la formazione con il maggior numero di minuti né quella titolare della finale di Coppa di quest’anno. Nonostante Valverde non voglia etichettare i suoi giocatori come prima o seconda scelta, è chiaro che c’è una netta differenza. La distanza in termini di minuti gioca a sfavore, superando i 250 minuti tra il tredicesimo e il quattordicesimo leone più impiegato. La composizione del team per i minuti giocati nelle due competizioni è interessante: c’è spazio solo per un centrocampista, Galarreta. La formazione è composta da Agirrezabala; De Marcos, Vivian, Paredes, Yuri; Galarreta, Sancet; Iñaki Williams, Berenguer, Nico Williams; e Guruzeta. È evidente che non ha mai avviato una partita in questa configurazione. Un’altra informazione rilevante è che in questa stagione non è ancora emersa la formazione titolare della finale di Coppa dell’anno passato.

L’Athletic ha sfiorato il raggiungimento di buoni risultati in diverse circostanze, anche se per un solo cambiamento non si è mai concretizzato. Giocatori come Jauregizar, Berenguer e Djaló sono stati impiegati varie volte in sostituzione di Sancet, Guruzeta e Nico Williams nella sfida contro il Betis. Il tecnico Valverde ha sempre avuto a disposizione un ampio numero di opzioni, poiché le infortuni gravi sono stati limitate, eccezion fatta per Unai Simón. La condizione fisica della squadra si è mantenuta solida. “Desideriamo proteggere i nostri giocatori, pur mantenendo la richiesta di performance. In caso di qualsiasi problema, cerchiamo di gestirli sia negli allenamenti che nelle gare, con l’obiettivo di avere tutti al massimo della forma”, ha dichiarato l’allenatore prima della partita a El Sadar. Valverde ha sapientemente gestito i minutaggi dei difensori e ha distribuito le opportunità tra Vivian, Paredes e Yeray, mentre nella zona centrale ha fatto lo stesso con Galarreta, Prados e Jauregizar. In avanti, il mister spesso riserva delle sorprese. Sebbene la struttura di base sia ben nota, Berenguer è più di un semplice giocatore di emergenza, posizionandosi tra i primi in classifica per minuti giocati. Anche Djaló e Unai Gómez hanno trovato il loro spazio. Questo continuo movimento dei giocatori non ha compromesso le prestazioni della squadra. Negli anni precedenti, una rotazione eccessiva portava l’Athletic a perdere la propria identità; quest’anno, invece, il nucleo resta sempre saldo. Non solo si mantiene un alto livello competitivo, ma anche i meccanismi già instaurati rimangono intatti, facilitando l’inserimento dei nuovi. La strategia di Valverde si sta rivelando efficace.

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