L’avventura dell’Athletic in Arabia Saudita si è conclusa con una sconfitta contro il F.C. Barcelona in una partita che ha lasciato a desiderare. Nonostante la delusione per non aver potuto accedere alla finale e competere per il trofeo – il club è comunque ben posizionato in altre competizioni che suscitano entusiasmo tra i tifosi – il malcontento maggiore è dovuto alla distanza della gara, che ha reso difficile per i sostenitori presenti assistere all’incontro.
Questo ha portato a una sensazione di inferiorità del team di Ernesto Valverde, sovrastato dal nutrito gruppo di tifosi catalani nel stadio. È importante però sottolineare il supporto che alcuni appassionati dell’Athletic hanno mostrato, dimostrando che la loro dedizione non conosce confini.
Inoltre, il clima durante l’incontro è stato piuttosto gelido, nonostante le temperature raggiungessero i 25 gradi all’ora della partita. Merita attenzione anche la controversa decisione presa dal CSD, che poche ore prima aveva concesso un permesso temporaneo al Barça, consentendo l’iscrizione di Dani Olmo e Pau Víctor. Questa notizia ha causato frustrazione, dando l’impressione che il club catalano goda di vantaggi che non sarebbero concessi ad altre squadre.
Lasciando da parte queste questioni, che non hanno avuto un’immediata influenza sul rendimento dell’Athletic, devo ammettere che la prestazione del team nelle ultime partite mi preoccupa un po’. Sebbene non si tratti di un motivo per farsi prendere dal panico, ho notato una mancanza di aggressività e di pressione, elementi che hanno rappresentato le nostre armi di attacco più efficaci contro gli avversari, sia contro la UD Logroñés che nel confronto con il Barcelona.
È evidente che il numero elevato di partite ha un impatto e che non ogni giorno è favorevole. Spero quindi che questa situazione resti un episodio isolato e che la squadra riesca a ritrovare la propria identità contro l’Osasuna e in vista degli impegni futuri.