La Real Sociedad ha caído en la trampa del Valencia, entrenado por Corberán, un equipo que se encontraba en la última posición sin victorias en la liga desde la llegada de su nuevo técnico. Con un marcador de 1-0, la derrota ha dejado insatisfechos a muchos de los hinchas donostiarras en un día simbólico como el de San Sebastián.
Los valencianos salieron al campo con gran determinación, conscientes de la gravedad de su situación y más motivados que los jugadores de la Real. La derrota, por la mínima, fue justa tras una primera parte decepcionante en la que los txuri-urdin no lograron adaptarse al juego ni al sistema, errando en múltiples ocasiones, incluido un gol fallido de Duro y un error incomprensible de Óskarsson.
Después de eso, no fue posible la remontada, un problema que persiste desde su última victoria el 9 de marzo. Imanol y su equipo no han sabido aprovechar los tropiezos de rivales como Osasuna, Girona, Celta o Betis, lo que les aleja aún más de equipos como Athletic, Villarreal o Mallorca.
Cambio de estrategia y alineación
Imanol había informado que se realizarían cambios en la alineación para aportar más frescura, y efectivamente, se hicieron siete modificaciones. El esquema utilizado fue un 5-3-2, donde Óskarsson y Becker formaron la delantera, y Sergio Gómez regresó al centro del campo junto a Brais, ambos con el apoyo de Zubimendi. En defensa, Javi López reemplazó a Aihen y Aritz ocupó el lugar de Aramburu, quien estaba sancionado, mientras que Pacheco se quedó junto a la pareja de centrales habitual. Oyarzabal, por primera vez desde el 3 de octubre, no fue parte del once inicial, dejando de lado la Copa.
Sconvolti
Non è chiaro quale fosse il piano di Imanol, ma è evidente che le cose non sono andate come sperato. La squadra non è riuscita ad adattarsi al modulo 5-3-2, specialmente quando il Valencia aveva il possesso del pallone. Si è notata una grande confusione sia in difesa che a centrocampo. Il risultato è stato uno dei peggiori primi tempi della stagione, con la squadra che è finita sotto dopo un errore che sembrava più adatto a un inizio di campionato che alla situazione attuale.
Già al terzo minuto si è registrato il primo brivido. Un cross di Guerra dalla destra ha trovato Diego López completamente libero davanti alla porta, ma la sua incornata è stata disastrosa, spedendo la palla fuori, nonostante avesse colto di sorpresa Aguerd e Zubeldia. Prima però di questo colpo duro, la Real aveva avuto l’opportunità di portarsi in vantaggio con un’occasione davvero chiara da non sottovalutare. Aritz pressato ha cercato di lanciare lungo per Becker, il quale ha svolto un ottimo lavoro sul corpo a corpo con Mosquera, conquistando spazio e partendo in solitaria. L’unico difensore si è avventato su di lui e il calciatore di Suriname ha servito un assist perfetto a Óskarsson, che era solo e avrebbe avuto tutto il tempo per segnare, ma ha concluso malissimo, spedendo il pallone lontano dalla porta. Incredibile.
Errore collettivo nel gol subito
Senza possesso palla, la squadra di casa faticava a organizzarsi e concedeva troppe occasioni, portando così al primo gol. Javi López, bloccato sulla fascia, optò per entrare nel campo affrontando tre avversari e, alla fine, scaricò il pallone verso il centro, mentre la squadra era scoperta. Questa disattenzione scatenò l’azione del gol, in cui Sergio Gómez e Zubimendi non intercettarono la corsa di Foulquier, a sua volta sorpreso dalla posizione di Pacheco. Il tiro, poco preciso, arrivò comunque in area sul secondo palo, dove Aritz non si trovava e Zubeldia non si accorse che Duro era libero. L’attaccante riuscì a superare Remiro con un colpo rasoterra per portare in vantaggio il Valencia.
Ora toccava reagire, ma la squadra di casa si affidava solo alle azioni di Becker. Tentò la sorte da distanza, ma il suo tiro risultò troppo centrale. Dopo poco, si lanciò sulla fascia e servì un cross insidioso che Mamardashvili dovette deviare. La Real ebbe anche un’opportunità concreta in un corner. La palla rimbalzò in area diverse volte, ma né Aguerd, né Pacheco, né Aritz riuscirono a segnare.
Ritorno al consueto
Imanol decise di apportare modifiche significative durante l’intervallo. Decise di sostituire Pacheco, che aveva ricevuto un cartellino giallo, per reintrodurre il 4-3-3, inserendo Olasagasti, il suo giocatore di fiducia in forma. Becker e Sergio Gómez furono di nuovo collocati sulle fasce. L’inserimento del donostiarra si fece subito notare. Al 47’, infatti, mandò un passaggio filtrante con il destro per l’arrivo di Brais in area, il quale, però, calciò troppo incrociato. La Real, all’inizio, mostrò un atteggiamento più propositivo, tentando di raggiungere il pareggio soprattutto sulla destra, grazie a una discesa e a un cross di Becker, il quale a sua volta servì Sergio per un tacco che portò a un tiro di Óskarsson bloccato.
L’orotarrino cercò di ravvivare la squadra facendo entrare Barrene e Kubo per la parte finale del match, ma sorprese tutti rimuovendo Becker, il giocatore più minaccioso. Sergio passò a ricoprire il ruolo di terzino. Fecero poi il passo successivo, con Oyarzabal e Sucic al posto di Óskarsson e Brais, mentre il Valencia inserì Fran Pérez o Pepelu. Duro si presentò per il 2-0 con un’ottima infilata dietro Zubeldia, aiutato da un fantastico passaggio di Gayá, ma il suo tiro a tu per tu con Remiro finì centrale. Brais provò a rispondere per la Real con una buona combinazione al limite dell’area, ma la sua conclusione andò sopra la traversa dopo un bel dribbling.
La luce della Real sembrava affievolirsi, e la partita si concluse senza vere e proprie occasioni per i baschi, mentre il Valencia sfiorò il gol in contropiede, come quando Guerra tentò un centro-tiro che Remiro deviò. Non ci fu nulla da fare, nemmeno nell’ultimissimo angolo, concluso con un tiro di Kubo parato facilmente da Mamardashvili. Una giornata negativa, un risultato deludente.