La responsabile della comunicazione della Federazione spiega l’azione subita per sostenere Rubiales

La portavoce della Nazionale femminile, Patricia Pérez, ha descritto la situazione difficile che ha affrontato per sostenere Luis Rubiales dopo il bacio che lui ha dato a Jenni Hermoso, ricevendo in anticipo le risposte necessarie per un rapporto interno della Federazione, che alla fine lo ha scagionato.

La sua testimonianza ha completato lunedì il processo in corso presso l’Audiencia Nacional nei confronti di Rubiales e di tre ex dirigenti della Real Federación Española de Fútbol (RFEF), relativo al bacio non consensuale avvenuto dopo la finale del Mondiale, il 20 agosto 2023, e alle pressioni esercitate su Jenni Hermoso per difendere il suo presidente.

Perez ha raccontato di aver contribuito all’elaborazione del rapporto del comitato di Integrità della RFEF in seguito all’incidente, che non ha comportato alcuna sanzione per l’allora presidente. Ha spiegato che, una volta tornata in Spagna, il subdirettore della comunicazione della Federazione, Enrique Yunta, l’ha contattata, dicendole di recarsi urgentemente alla RFEF per fornire dichiarazioni al dipartimento di integrità, sottolineando però che per “velocizzare le procedure” le avrebbe inviato le domande e le risposte che doveva fornire. Ricevendo quelle risposte, ha notato che molte non corrispondevano al vero, come il fatto che avesse parlato con Jenni Hermoso e che quest’ultima avesse minimizzato la questione, cosa che in realtà non era avvenuta. Quando è entrata nell’ufficio al terzo piano della RFEF, ha trovato non già il responsabile di Integrità, Miguel García Caba, bensì otto persone presenti.

Il caso coinvolge l’ex presidente della Federcalcio, Luis Rubiales, insieme a suo padre, al suo capo di gabinetto e a un “amico d’infanzia”. Presenti anche l’ex capo della comunicazione, Pablo García Cuervo, il psicologo della Nazionale femminile, Enrique Yunta, e l’attuale allenatore della Nazionale maggiore, Luis de la Fuente, che si esprimerà come testimone domani. Pérez ha dichiarato che, al momento di entrare nella stanza con otto persone, ha percepito immediatamente che si trattava di una trappola. Ha raccontato come Rubiales gli avesse chiesto di aggiungere elementi alla propria testimonianza, sostenendo che Jenni Hermoso lo avesse sollevato e colpito due volte i fianchi. Tuttavia, Pérez ha rifiutato, sottolineando che non fosse possibile vedere la scena dalla posizione in cui si trovava allo stadio di Newcastle, dove si svolgeva il Mondiale. Alla fine ha firmato una dichiarazione che riteneva più realistica, dopo aver chiesto alcune modifiche e aver trascorso tre ore in discussione. La testimone ha rivelato di essere stata solo un’esecutrice, con García Cuervo che gestiva le decisioni. Ha citato il suo compito di contattare Jenni Hermoso sull’autobus verso l’aeroporto, per mostrarle un comunicato redatto in prima persona da García Cuervo, il quale cercava di minimizzare l’accaduto a un episodio banale. Al momento di scendere dall’autobus, Jenni le sembrava esausta e frustrata, esprimendo chiaramente la sua riluttanza a collaborare. Il processo riprenderà martedì con la testimonianza di Luis de la Fuente e altri.

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