L’ultima visita dell’Atlético di Madrid al Santiago Bernabéu ha visto Marcos Llorente come protagonista indiscusso. Il giocatore dei rojiblancos ha avuto l’epilogo decisivo, facendo ottenere un pareggio alla squadra di Diego Pablo Simeone. Questo incontro aveva un significato particolare per Llorente, dato che ha trascorso una parte della sua carriera al Real Madrid, dove è stato considerato quasi un traditore dalla tifoseria blanca per aver scelto di giocare con i rivali cittadini.
Per il calciatore spagnolo, questo match è stata un’opportunità per dimostrare il suo valore, evidenziando che la decisione di unirsi all’Atlético è stata positiva sia dal punto di vista personale che sportivo. È stato lui, insieme ad altri come Luis Suárez e Ángel Correa, a contribuire alla conquista del titolo di LaLiga nella stagione 20/21.
Grazie alle sue prestazioni con la maglia rossonera, è diventato un internazionale con la nazionale e ha avuto il privilegio di partecipare a un Mondiale. Llorente ha trovato ciò che gli era stato negato, per vari motivi, durante il suo periodo al Real Madrid. Tuttavia, il suo passaggio ai rivali non è stato ben accolto dai tifosi del Chamartín, che gli hanno riservato un’accoglienza ostile, con fischi e critiche. Il gol del pareggio al 93′ è stato un momento di esultanza per il giovane madridista. Con le braccia sollevate al cielo, ha sfruttato un’incertezza della difesa madridista, colpendo di testa una palla prolungata da Memphis, che si è insaccata in rete dopo aver colpito la traversa. Questo gol ha riportato alla mente di molti quello di Demetrio Albertini, anche lui decisivo per un pareggio dell’Atlético al Bernabéu, sempre negli ultimi istanti di una partita, al ritorno della squadra in massima serie.
Llorente ha commentato al termine della partita: “Non possiamo considerarla una vittoria, dato che non abbiamo conquistato i tre punti, ma sulla base del gioco che abbiamo mostrato, possiamo dirci soddisfatti di aver guadagnato un punto prezioso.” Quest’anno sta vivendo una stagione piuttosto insolita, poiché era abituato a essere un titolare indiscusso per Simeone e a contribuire in maniera significativa in avanti. La nuova impostazione della squadra, che ora si presenta con un 4-4-2, ha limitato le sue opportunità in attacco. Ha iniziato la stagione giocando come terzino, a causa delle prestazioni sottotono di Molina, ma con il ritorno al sistema di gioco menzionato, la sua posizione è stata spesso alternata con quella di un giocatore argentino. Questo è uno degli interrogativi riguardo alla formazione. Finora, in questa stagione, ha accumulato 1.747 minuti in 26 incontri, dei quali 20 come titolare, segnando quattro reti e fornendo sei assist.