La squadra guidata da Imanol continua il suo cammino per affermarsi come pretendente in tutte le competizioni in cui è coinvolta. A volte si muove con incertezze, in altre occasioni con determinazione, ma l’importante è che avanza sempre. È ancora prematuro capire quali saranno i suoi limiti in questa stagione.
Il finale potrebbe rivelarsi entusiasmante, includendo la possibilità di conquistare alcuni trofei, oppure potrebbe risultare deludente se alla fine il gruppo non raggiunge alcun obiettivo concreto. In ogni caso, qualsiasi sia l’esito, il giudizio formulato tempo fa rimane invariato: questa squadra non è ancora in grado di “garantire” il successo nei grandissimi impegni che affronta ogni anno.
Già il fatto che a questo punto della stagione la Real sia attivamente coinvolta in tre competizioni è di per sé una vittoria. Posso affermare che ogni eventuale risultato positivo sarà una piacevole sorpresa. Non fraintendetemi, non sto manifestando un atteggiamento pessimista; al contrario, sono davvero soddisfatto di ciò che questo team ha finora realizzato, semplicemente perché non mi aspettavo tali risultati. L’ho già ripetuto più volte: attualmente, questa rosa è meno competitiva rispetto a quella della scorsa stagione, quindi sarebbe inadeguato esigere lo stesso rendimento. Non le manca qualità o talento, ma le occorre quel livello di maturità e crescita necessario per diventare un gruppo affidabile. E questa Real non lo è, o perlomeno non quanto vorremmo. Ecco perché il lavoro di Imanol con questo gruppo, con i suoi alti e bassi, merita di essere apprezzato. Imanol rappresenta il tipo di allenatore che non si intromette molto nella costruzione della squadra, bensì si concentra sull’ottimizzazione delle risorse a sua disposizione.
Si ci si può sbagliare nelle scelte -e certamente accade, ci mancherebbe!- il contributo che riesce a ricavare dal gruppo è indiscutibile. Ed è proprio per questo che all’inizio dicevo che “se non commettiamo errori…” e io completerei la frase, Imanol deve continuare a guidare questa squadra, se aspiriamo a far sì che questo percorso si concluda con successo. Per accedere agli ottavi di finale della Europa League, la Real Sociedad dovrà affrontare una sfida che potrebbe rivelarsi problematica, poiché, sebbene sia un traguardo positivo avanzare nella competizione, è anche vero che giocare altre due partite in un calendario già fittissimo rappresenta un onere. Sulla carta, la Real incontrerà un avversario considerato più debole, il Midtjylland, squadra danese. È evidente che la Real Sociedad parte come favorita, data la sua appartenenza a una delle principali leghe europee, mentre il Midtjylland milita in un campionato di livello inferiore. Questo non è solo il mio pensiero -non è un’argomentazione che mi convince del tutto-, ma è stato lo stesso Imanol a dichiararlo. Quando? Non molto tempo fa, quando, parlando di Óskarsson, ha relegato la Liga danese a un rango inferiore rispetto a quella spagnola. Non sarò io a contraddirlo. Di conseguenza, se il Midtjylland milita nella Liga danese, è logicamente inferiore alla Real Sociedad. Se il primo argomento ha una sua logica, lo stesso deve valere per il secondo. Ora non resta che dimostrarlo. Non è né Merino né Silva. La sua ascesa è più lenta del previsto, si potrebbe dire che si sta sviluppando a fuoco lento… ma ne sono certo.
Sucic sta guadagnando terreno nel gruppo di Imanol, e lo fa grazie alle sue qualità, che avevamo già intuito ma non si erano ancora pienamente manifestate. Gradualmente – con il croato ogni progresso è lento – sta iniziando a sentirsi a suo agio con le dinamiche del gioco, aumentando il suo ritmo. Anche se non può essere paragonato a Merino o Silva, lui è pur sempre Sucic.