Domenica scorsa, intorno alle due del pomeriggio, molti si godevano un momento di relax. Con un piatto di rabas e un marianito in mano, il giornale era aperto sulla classifica del campionato. Il sole splendeva e la temperatura era gradevole.
Le prospettive sembravano favorevoli: una vittoria in Cornella contro l’Espanyol avrebbe avvicinato l’Athletic al primo posto, creando una situazione entusiasmante nella corsa per il titolo. Tuttavia, il potenziale premio,più che stimolare la determinazione, generò ansia; questo influenzò negativamente il rendimento della squadra.
Le pressioni del club avversario, che lottava per evitare la retrocessione, si trasferirono ai giocatori rossoneri, rendendoli incapaci di mantenere la calma. La tensione era palpabile. L’avidità rese difficile il pensiero lucido. I calciatori si mossero in maniera frenetica, come se il pallone fosse un peso da cui liberarsi. Quando sembrava che il pareggio a reti inviolate fosse il risultato inevitabile, Unai Simón commise un errore determinante, dovuto a un mix di eccesso di sicurezza e distrazione. Luis de la Fuente, il selezionatore della nazionale, presente in tribuna, mise a verbale la svista del portiere, il quale non sta attraversando un periodo fortunato. Abbiamo bisogno di lui prima che sia troppo tardi.