Manchester è una città che ha lasciato un’impronta significativa nella storia recente della Real Sociedad, avendo ospitato quattro sfide europee contro una potente squadra inglese, che è riconosciuta a livello europeo e mondiale, in un breve lasso di tempo di dodici anni.
Questo luogo sarà fondamentale per il club, specialmente per alcuni calciatori che ci sono tornati fino a tre volte, con Ansotegi che ha vissuto ben quattro esperienze, contando sia il periodo da giocatore che quello da allenatore. Anche i tifosi hanno un legame speciale con Manchester.
È un centro calcistico in cui la Real ha riscosso un grande successo nel 2022, mentre nelle edizioni del 2013, 2021 e 2025 non è riuscita a ottenere lo stesso risultato, nonostante i numerosi spostamenti di sostenitori devoti (eccetto quello durante la pandemia, che si è svolto senza pubblico e ha visto l’eliminazione della squadra). Tuttavia, i ricordi di quelle avventure straordinarie persistono, nonostante le pesanti delusioni come quella più recente.
A Manchester, il calcio è parte integrante della vita quotidiana e già dal viaggio in treno dall’aeroporto verso il centro città è possibile percepirlo. I campi da calcio a erba naturale sembrano moltiplicarsi, anche all’interno delle scuole. Le vetrine e i prodotti in vendita richiamano costantemente alla mente le due grandi squadre locali, il City e lo United, un’identità che nessuno può dimenticare. Quando si gioca, la città si ferma. Questo è ciò che il taxista Sohail mi ha spiegato mentre ci dirigevamo verso Old Trafford. “Se non avessi prenotato in anticipo, avresti rischiato di rimanere senza biglietto. Gli ingorghi sono infiniti ogni volta che si tiene una partita, e le gare sono frequenti. Con il Ramadan in corso, molti musulmani tornano a casa prima, compresi i tassisti”, ha aggiunto, sottolineando che “il United è sempre il United”, indipendentemente dalla sua forma. “Ci saranno tra i 60.000 e i 70.000 spettatori”. Eppure, si è rivelato ottimista, dato che i presenti erano più di 73.000. Dalla zona riservata alla stampa non si notava neppure un posto libero, un fenomeno incredibile considerando che si trattava della Europa League, un torneo di minor prestigio per un club di tale calibro, ora attraversando uno dei periodi più bui della propria storia recente. Ma questo non importa: critica certa, ma anche un sostegno totalizzante. Che atmosfera, un vero e proprio santuario del calcio, un modello da seguire in tantissimi aspetti.
Nella città, il sostegno al club è intransigente, così come il rispetto per il tifoso locale. Un chiaro esempio è il celebre ‘programma di partita’, una rivista di 60 pagine dedicata interamente al calcio, piena di passione per la squadra e informazioni utili riguardanti il club, l’avversario, il torneo e altri dettagli significativi, a testimonianza dell’impegno verso i tifosi. Per questa partita, oltre a un’intervista con Bruno Fernandes, c’era un’analisi approfondita di diversi giocatori della Real, accompagnata da una doppia pagina sulla storia europea della squadra, con un focus sulla recente presenza ai quarti e, soprattutto, sull’episodio noto come il ‘furto di Amburgo’. Durante l’incontro, non è stata una coincidenza che un tifoso locale abbia esclamato, con un certo sarcasmo, “Noi siamo il Real Madrid. I rigori ce li fischiano sempre”.
Anche i giornalisti godono di alcune agevolazioni che sembrano privilegi, specialmente se messe a confronto con la situazione in Spagna. Nel frattempo, a Manchester, questo rispetto è presente, nonostante ci siano momenti di scherno o provocazioni verso i tifosi ospiti. Non manca mai un posto per loro nello stadio, e possono muoversi liberamente per la città, cosa non sempre facile in altri luoghi. Inoltre, hanno accesso alla storica Shambles Square, dove possono cantare e divertirsi senza limitazioni. Persino le forze dell’ordine si mostrano disponibili a ‘fermare’ Txurdin per scambiare qualche risata.
L’esperienza di andare all’estero per seguire la Real è sempre più emozionante, soprattutto quando è la prima volta. La stanchezza si faceva sentire a Bilbao alle quattro del mattino di giovedì, ma vedere l’aeroporto di Loiu affollato da volti sorridenti con i colori txuri-urdin, vestiti a festa con entusiasmo, orgoglio e fiducia, infonde energia a chiunque. La stessa atmosfera si respirava durante lo scalo a Francoforte e all’arrivo su Piccadilly Street, dove i tifosi iniziavano a salutarsi e incoraggiarsi a vicenda. Ogni osteria risuonava di cori come “Erreala ale”, anche in un grazioso mercato gastronomico dove molti tifosi si sono fermati per rifocillarsi. La melodia si sentiva ovunque. Il clima era gioioso, sereno e adatto a tutte le età. C’erano famiglie intere, gruppi di giovani, coppie più mature… davvero di tutto. Per la Real. Quando Aperribay si è avvicinato per salutarli, gli hanno chiesto un giro di bevande, la libertà per Txurdin e hanno ringraziato Imanol, manifestando il desiderio che rimanesse in squadra, offrendo anche supporto ai giocatori dopo la difficile sconfitta.
Non deve essere un giorno qualsiasi, non deve essere dimenticato. La Real adesso si impegnerà per mantenere il privilegio di giocare ogni tre giorni. Affrontare il Manchester United a Old Trafford non può essere monotono, come qualcuno ha detto dopo il sorteggio. Non dovrebbe esserlo. È sempre un buon segno, rappresentativo di un periodo favorevole per il club. Ma ora la priorità è la sfida in campionato contro il Rayo e la lotta cruciale per la salvezza.