L’annullamento di un gol, avvenuto domenica durante il Clásico tra FC Barcelona e Real Madrid a Montjuïc, ha avuto un impatto determinante sulla prima vittoria dei merengues contro la squadra blaugrana (1-3). Con il punteggio fermo sull’1-1, al minuto 81 l’arbitro ha invalidato una rete di Jana Fernández che avrebbe portato il risultato sul 2-1.
Il motivo? Come ha chiarito Alexia Putellas, si è trattato di un fuorigioco e di un’infrazione, secondo le indicazioni dell’arbitra. Tuttavia, le immagini mostrano che nessuna delle due situazioni era presente. Se il VAR fosse stato in uso, quel gol sarebbe stato convalidato, ma la sua assenza nella Liga F ha portato a una situazione confusa.
Pochi minuti dopo, le giocatrici in bianco hanno realizzato altre due reti (l’ultima, proprio allo scadere del tempo supplementare, con il dubbio se la palla avesse completamente oltrepassato la linea) fissando il punteggio finale a 1-3, ormai irrefutabile. Ma perché il VAR non è presente nella Liga F? La spiegazione risiede nei club stessi. Sono loro a dover coprire i costi legati all’implementazione della tecnologia e dei sistemi necessari affinché il VAR possa funzionare sui loro terreni di gioco, cosa che, per molte realtà, non è economicamente sostenibile. È una questione puramente economica; nei tornei maschili di Prima e Seconda divisione, le società hanno accettato di condividere queste spese. Nel caso del calcio femminile, molte organizzazioni non sono in grado di sostenere tale spesa e le loro strutture non sono adeguate per la messa in opera di questa tecnologia, rendendo necessarie costose opere di ristrutturazione per darne il via libera. Dopo aver escluso il VAR per la stagione corrente nella Liga F, si è parlato del 2025-26 come possibile anno in cui potrebbe essere implementato.
L’emergere di un ‘VAR economico’, che non necessita di un’installazione complessa né di risorse significative per il suo impiego, potrebbe rappresentare una risposta a questa esigenza.