Il Celta si distacca dalla ‘Iagodependencia’

Iago Aspas rappresenta un simbolo fondamentale del Celta. È complesso, se non impossibile, analizzare la storia recente della squadra galiziana senza considerare il contributo di questo giocatore originario di Moaña, divenuto un punto di riferimento e leader di una formazione che si trova attualmente in una fase di profonda trasformazione, sia per scelta che per necessità, con un rinnovato focus sui giovani del settore giovanile.

In questo contesto, Aspas, ora quasi 38enne, sta iniziando a ricoprire un ruolo meno centrale, dove la sua posizione di titolare, un tempo garantita, è ora meno certa. Oggi è frequente vederlo non solo in campo, ma anche a bordo campo, mentre fornisce indicazioni ai compagni, quasi come se fosse il vice di Claudio Giráldez, che non ha mai messo in discussione la sua importanza all’interno della squadra olivacea.

I dati confermano questo nuovo ruolo del “principe delle bateas”. Infatti, durante le sue dieci stagioni precedenti in massima serie con il Celta, ha giocato una media di 36 partite a stagione (94,7%), mentre quest’anno ha collezionato 23 presenze in 30 incontri (un rispettabile 76,7%). Per quanto riguarda i minuti in campo, è passato da una media di 2.775 a 1.408, e se dovesse giocare tutti i restanti match, arriverebbe a circa 2.120, ovvero quasi undici ore in meno rispetto alle sue medie passate. Anche sotto il profilo realizzativo, sebbene gli otto gol realizzati finora non siano trascurabili, sono lontani dai 15 che ha segnato in media nelle sue dieci stagioni precedenti con la maglia celeste. Questi sono i numeri del “nuovo” Iago Aspas.

Un capitano funge da punto di riferimento spirituale per la giovane generazione di calciatori che stanno plasmando il futuro di un Celta in fase di rinnovamento. È consapevole del suo nuovo ruolo e ha ancora molto da insegnare e dare quando entra in campo.

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