Il Real Valladolid ha deciso di avvalersi dei servizi di Aquilea, un’agenzia di comunicazione guidata dall’ex deputato di Ciudadanos, Pablo Yáñez. Come riportato da Jorge Santiago, portavoce del club, questa scelta è stata presa dopo l’ingresso di Luis García nella dirigenza, il quale ha voluto esaminare i rapporti esistenti tra la squadra, i tifosi e i mezzi di comunicazione, con l’obiettivo di rafforzarli e permettere così una crescita dell’istituzione.
Sono state organizzate consultazioni con membri della stampa, abbonati e il Comitato dei Tifosi, da cui è emersa la necessità di una maggiore trasparenza e vicinanza ai vari gruppi, in un periodo particolarmente difficile per il club sul piano sportivo e gestionale.
Per questo motivo si è optato per l’assunzione di Aquilea, con Pablo Yáñez alla guida. Santiago ha sottolineato che il passato politico di Yáñez non dovrebbe influenzare la decisione di collaborare con lui, poiché un partito politico non ha nulla a che fare con una società sportiva. “Pablo Yáñez non è un dipendente del club né supervisore di alcuno. È parte di una consulenza esterna e contribuisce con le sue idee, alcune delle quali abbiamo implementato perché le riteniamo valide, altre meno,” ha specificato Santiago. In merito alle polemiche scaturite a Valladolid riguardo a questa scelta, il portavoce del club non comprende perché si tenda a focalizzarsi sugli aspetti negativi di un’iniziativa che ha migliorato il dialogo con gli abbonati, grazie a lettere settimanali e incontri dal vivo, formando così una connessione più efficace. “Quello che interessa davvero alla gente è il calcio.”
Non si tratta di politica o di conflitti interni per il potere, ma di un’associazione desiderosa di espandersi, che prende decisioni per raggiungere questo obiettivo, come quella di ingaggiare un’impresa esterna per migliorare la comunicazione con i nostri abbonati,” ha spiegato. Il rapporto con Aquilea è di natura commerciale, quindi non ci sono obblighi né vincoli, come ha sottolineato Santiago, il quale ha affermato che, se la squadra fosse decima in classifica, non si darebbe così tanta importanza a questioni prive di significato, se non per la possibilità di progredire.
