Guardiamo il lato serio della situazione: nonostante il punteggio di 0-1, i tifosi presenti a San Mamés avvertivano la possibilità di una rimonta. Era sufficiente un’occhiata alla panchina per scorgere i volti sorridenti dei sostenitori che, tra un morso e l’altro al loro panino, si lasciavano andare a pensieri positivi.
Sancet, Nico, Iñaki e Galaxy si preparavano, sistemandosi le scarpe. Nel frattempo, il quarto arbitro era occupato a aggiornare il tabellone con i cambi. Iñigo Pérez, con un’espressione determinata, cercava di incoraggiare i compagni, come se volesse far loro credere che ci fosse ancora un intero tempo da giocare.
Tic tac, tic tac. Freddi sudori.
Per il navarrese, il tempo sembrava un’eternità mentre osservava il robusto Maroan discutere con il quarto ufficiale. La txalaparta rossonera intonava melodie di battaglia. Pressione alta, gioco rapido e conclusioni. Giocatori e strategie si rinnovavano. La furia era palpabile. La squadra si proiettava verso la porta di Batalla.
Con l’ingresso di Iñaki e Galarreta, l’efficacia offensiva era chiaramente aumentata. L’onda di entusiasmo cresceva, come un torrente che si lancia nel vuoto. Assomigliava alle carovane di bisonti che travolgono tutto sul loro cammino nel selvaggio West. Un’onda di successo. Rimonta avvenuta. Due gol magnifici da parte di due cacciatori che avevano ritrovato il loro fiuto proprio in tempo.
Valverde era visibilmente soddisfatto. Era il gol numero cinquemila. I suoi ragazzi, ancora una volta, scrivevano la storia. Coincidenza? Lasciatemi usare un po’ di ironia. Con i cambi effettuati, le dispute erano tutte a favore della squadra rossonera. Il gruppo si era rinvigorito e ribadito. Un passo in avanti, tre punti guadagnati. Nove nella classifica, precedendo il Betis. Tuttavia, il percorso è ancora lungo. Con la UEFA in mezzo, un eventuale eliminazione per mano degli scozzesi renderebbe le cose complesse. Ora è tempo di affrontare il Rangers.