Affrontare l’Athletic in questo periodo è decisamente scomodo. Sebbene non si possa affermare che la vittoria fosse a portata di mano al Bernabéu, la squadra avrebbe potuto strappare almeno un punto, dato che il Real Madrid faticava non poco a superare la solida difesa avversaria.
Questo ha dimostrato che, nonostante una formazione completamente rinnovata, l’Athletic si presenta come un team competitivo. Essere in grado di tenere botta, arrivando al novantesimo con un punteggio fermo sullo 0-0 e con dieci sostituzioni nell’undici titolare, è già di per sé un successo contro una squadra che stava cercando disperatamente la vittoria per il titolo di campione.
Non è stata la solita squadra che ci si aspetterebbe dall’Athletic, e negarlo sarebbe irrealistico. Il loro approccio si discostava notevolmente dalle consuete strategie, mostrando un’efficacia offensiva limitata. Diversi sono i modi per proteggersi e hanno scelto di adottare una strategia difensiva, cercando di contenere la pressione del Real Madrid, chiudendo gli spazi centrali e puntando sulla solida prestazione di Unai Simón in porta. Valverde ha chiarito: “Abbiamo affrontato il match con un focus difensivo, sapevamo di dover giocare come pensavamo fosse più opportuno e abbiamo mantenuto questa linea fino alla fine”. Questa capacità di resistere nonostante le numerose modifiche indica un lavoro di squadra ben strutturato, valorizzando più i principi che i singoli. Tuttavia, per ottenere risultati in contesti come il Bernabéu si necessita sempre di un pizzico di fortuna, che ha accompagnato l’Athletic fino al minuto 93.
Nella prima frazione di gioco hanno limitato le azioni del Real Madrid, ma nel secondo tempo le dinamiche sono cambiate notevolmente. Si sono aggrappati alle parate di Simón e alla solidità difensiva di Paredes e Núñez, sperando nelle disattenzioni di Endrick, nei tiri imprecisi di Vinicius, Rodrygo e Bellingham, così come nelle conclusioni di Valverde, che non hanno centrato la porta. Una situazione troppo complessa da gestire.
Il “pajarito” ha segnato all’ultimo minuto a seguito di un errore nel rinvio di Vesga, contribuendo così alla quinta sconfitta dell’Athletic in campionato. Queste perdite sono tutte avvenute contro squadre impegnate in Champions: le due sfide contro l’Atlético, il match con il Barça a Montjuïc, la partita con il Girona a Montilivi e l’ultima di domenica contro il Real Madrid. Tre di queste sconfitte si sono verificate oltre il novantesimo minuto, e alcuni di questi incontri hanno avuto dei momenti particolari, come i tre rigori sbagliati dal Girona e i tre legni colpiti al Metropolitano. Le cinque sconfitte dell’Athletic sono arrivate contro formazioni di Champions: Atlético (2), Barça, Girona e Real Madrid.
La costanza ha rappresentato la chiave del successo dell’Athletic nelle ultime due stagioni. Si tratta di una squadra difficile da affrontare, un vero incubo per gli avversari. Il bilancio è di 93 gare dal agosto 2023, con 51 vittorie, 25 pareggi e 17 sconfitte. A questo si aggiunge il riconoscimento di Zamora a Unai Simón nella scorsa stagione, rendendolo il portiere meno battuto nella presente Liga. È abbastanza chiaro come sia impostato il gioco dell’Athletic e le scelte di Valverde, che ha ampliato leggermente la visione tattica.
I leoni sono arrivati a Madrid 70 ore dopo aver concluso la loro sfida con i Rangers, che ha garantito loro l’accesso alle semifinali di Europa League. Dopo il confronto con la squadra di Ancelotti, avranno a disposizione 68 ore di recupero prima dell’incontro di campionato contro la UD Las Palmas a San Mamés. La competizione europea riveste una grande importanza per l’Athletic, considerate le circostanze attuali. Hanno conquistato il diritto di dare priorità agli impegni ritenuti più opportuni, dato il margine che li separa dalle squadre inseguitrici. Non c’era urgenza, soprattutto in considerazione del fatto che il quinto posto garantirà comunque un posto in Champions.