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Vivian ottiene un brillante debutto in Germania

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Dani Vivian ha già sperimentato cosa significhi partecipare a un’edizione dell’Eurocopa: scendere in campo, trionfare e avanzare al turno successivo come capolista di gruppo, con un pieno di nove punti e nessun gol subito. Ieri il difensore dell’Athletic si è distinto nel match contro l’Albania, dimostrando ancora una volta che il concetto di “rilassamento” non fa parte del suo vocabolario.

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Il gioco di Vivian è stato l’unico fra i tre giocatori del club di Bilbao convocati per il campionato continentale da Luis de la Fuente a entrare in campo ieri sera. Al contrario, Unai Simón e Nico Williams sono stati relegati in panchina per l’intera partita – una decisione presa dal loro allenatore per preservare le energie dopo aver già assicurato il primo posto del gruppo prima dell’inizio di questa terza sfida.

Vivian ha speso la serata giocando in modo coerente con il suo stile – ancorato, come sempre, ai suoi doveri. Inizialmente ha formato il nucleo centrale della difesa della Roja insieme a Laporte, operando sul lato destro del campo, mentre l’ex giocatore dei rojiblancos si occupava del lato sinistro. La loro intesa è stata perfetta.

Molti tifosi dell’Athletic sognano di vederli insieme nella difesa del Bilbao, a condizione che Yeray e Paredes siano d’accordo. Tuttavia, almeno per ora, tale possibilità sembra irrealizzabile. Vivian ha difeso con fermezza e gestito il pallone con prudenza.

Dopo l’intervallo, Vivian ha cambiato sia il partner di difesa che l’attaccante avversario con cui far fronte. L’incontro con Le Normand è avvenuto appena iniziato il secondo tempo. L’attaccante albanese, invece, si è fatto avanti poco dopo. Vivian ha dimostrato di essere veloce, sicuro e implacabile.

Molti avevano escluso Vivian parecchie ore prima che De la Fuente rilasciasse la lista finale dei 26 partecipanti. Tuttavia, il difensore da Gasteiz è riuscito a entrare nella squadra e ieri ha giocato l’ultima partita della fase a gironi, ottenendo un buon risultato, compreso un cartellino giallo. L’allenatore sapeva già perché lo aveva portato in Germania.

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