Alex Padilla, originario di Zarautz, si sta distinguendo tra i nuovi talenti dell’attuale preseason. La sua crescita nel panorama del calcio rojiblanco è diventata evidente in seguito al declino di Julen Agirrezabala, che ha subito una tripla frattura lombare durante una sessione di allenamento il 16 luglio.
Inizialmente, si pensava che sarebbe stato il Renteria a suplire alla mancanza del titolare Unai Simón, operato al polso destro, ma sembra che non riuscirà a recuperare in tempo per l’inizio del campionato contro il Getafe, previsto per il 15 di agosto.
Ora sembra che sarà il portiere della squadra riserve a dover difendere la porta di San Mamés. Valverde sta già preparandolo: ha giocato 45 minuti nel primo amichevole contro il Burgos, ha raggiunto i 76 minuti nella partita contro il Racing ed è stato l’unico a disputare l’intero match sabato scorso, in un impegnativo appuntamento con lo Sporting de Portugal.
Padilla, internazionale con il Messico Under-23, non ha ancora fatto il suo debutto ufficiale con il León, ma a Lezama ci sono grandi aspettative per lui. Questo viene confermato da Peio Agirreoa, che ha lavorato per molti anni come preparatore dei portieri dell’Athletic e che è andato in pensione nel giugno 2023. Agirreoa, che ha allenato portieri del calibro di Kepa, Aitor Fernández, Remiro, Raúl Fernández, Unai Simón e Agirrezabala, dall’Ondarroa in Tenerife, dove trascorre l’estate, indica che Padilla sta acquisendo sempre più fiducia: “È normale che all’inizio abbia faticato un po’, ma con il tempo è migliorato”, dice.
“Padi”, com’è affettuosamente chiamato da Agirreoa per il tempo trascorso insieme a Lezama, ha avuto un inizio difficile con un autogol di Yuri nel primo minuto della partita di El Plantío. “Secondo me, non è stato un errore da parte sua. L’errore potrebbe essere nella scelta di come controllare il pallone, con un piede o l’altro, e alla fine, quando non puoi fare altro, prendere il pallone con la mano. Questa mossa è stata anche un’occasione di apprendimento per lui. Il tiro potente di Yuri è stato importante”. Alcuni hanno detto che non era nella posizione corretta, che era avanzato: “Questo non è vero. Era alla giusta distanza, per me sarebbe stato anche meglio se fosse stato 5 o 6 metri più avanti”.
Quali sono le sue principali qualità? “É la tranquillità che trasmette. Anche se la tensione interna è grande, questo vale per tutti, non solo per Padi. Vale per tutti i portieri che hanno difeso la rete di San Mamés. Ora si sta facendo il confronto con Txopo e Unai (Simón), due mostri. Vorrei che la gente non lo confrontasse. Ovviamente ci saranno errori, questo è sicuro, ma ci saranno anche più successi che fallimenti. Padi è tecnicamente e tatticamente preparato per fare grandi prestazioni, come l’altro giorno a Lisbona. Ho piena fiducia in lui. Se deve giocare, lo farà bene. La gestione di tutte le emozioni spetta a lui. Questo sarà importante”, sottolinea.
Le sue doti vanno oltre: “E’ un grande portiere che occupa tanto spazio in porta. Ha un buon gioco con il piede, ampio, e ha una buona leva con la gambe che possiede”. E il gioco aereo? “Il gioco aereo è il più grande dovere di ogni portiere, è la cosa più difficile per un portiere oggi. Non per lui, ma per tutti. I cross laterali tendono ad essere con il piede opposto ed è una sfida perchè non puoi reagire fino a quando la palla non sorpassa l’ultimo dei tuoi difensori”, ammette.
Padilla ha subito tre gol allo stadio José Alvalade di Lisbona, ma stranamente ne esce rafforzato da questo incontro. “Ha fatto delle parate meritevoli. In ogni gol c’è sempre qualcosa da analizzare, anche se non sia lui il responsabile ma c’è sempre qualcosa da migliorare. Tra virgolette, tutto è parabile e poi ci sono cose impossibili. Questo è il modello che insegniamo a Lezama. Dobbiamo pensare che anche l’impossibile si può fermare. E i gol del Portogallo non sono stati affatto errori da parte sua”. Parola di una realtà consolidata nell’Athletic.