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Non è soltanto il capitano autorizzato a comunicare con l’arbitro, ma anche altri giocatori

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La UEFA, nel suo intento di proteggere gli arbitri dall’assillo costante dei giocatori durante le partite, ha stabilito una regola per cui solo il capitano della squadra può rivolgersi a loro. Qualsiasi altro giocatore che tenti di farlo senza indossare la fascia di capitano, dovrebbe essere ammonito, come stabilito dal regolamento emesso in tal senso dalla IFAB, che limita a quattro metri la distanza che devono mantenere tutti i giocatori non capitani nel momento in cui l’arbitro parla con il loro rappresentante.

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Tuttavia, il capitano non è l’unico giocatore di una squadra autorizzato a parlare con l’arbitro. Questo è stato specificato dal direttore generale dell’arbitraggio UEFA, l’italiano Roberto Rosetti, in un intervento in cui ha presentato l’applicazione e le ragioni della nuova norma.

Nel suo intervento, l’ex arbitro internazionale italiano ha spiegato che “se il capitano è un portiere, sarà necessario nominare un giocatore di campo che possa svolgere questa funzione in caso di un incidente all’estremità opposta del campo”.

Attualmente, questo è il caso in LaLiga spagnola, per esempio, di Marc André Ter Stegen del FC Barcelona. Questo venerdì, l’allenatore del Barcellona, Hansi Flick, ha annunciato che nominerà un giocatore di campo, il cui nome sarà comunicato all’arbitro di turno, così che possa dialogare con l’arbitro se necessario, senza il rischio di essere ammonito per questo.

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