È una frase ricorrente che ritorna ogni estate. Tuttavia, dietro a questa frase, si nasconde una realtà che ha messo a rischio la pianificazione dell’Atletico Madrid più volte, senza mai portare a delle conseguenze tali da spingere il club a operare sul mercato.
È evidente che dietro tutto questo c’è un dato di fatto inconfutabile: Ángel Correa, stiamo parlando di lui, è sempre stato insoddisfatto del suo ruolo della squadra. L’argentino non si è mai sentito indispensabile, nonostante il suo contributo significativo, fondamentale diremmo, ai successi del team negli ultimi anni.
I recenti trofei dell’Atletico non sarebbero possibili senza l’apporto del rosarino, che però, stagione dopo stagione, deve ricominciare da capo, dimostrare il suo valore di nuovo. Nella stagione attuale, le partenze di Álvaro Morata e Memphis Depay non hanno migliorato la sua situazione in quanto gli acquisti sono stati Alexander Sorloth e Julián Álvarez, stelle brillanti e costose.
Pertanto, la minaccia di un addio di Correa è stata presente durante tutta l’estate. È stato vicino a lasciare il club due volte negli ultimi anni. Aveva un accordo con l’AC Milan (solo un disaccordo dell’ultimo minuto con l’Atletico lo ha fermato) e era anche vicino a trasferirsi in Arabia Saudita.
Questa minaccia ha aleggiato sul progetto per anni e ora, dall’Argentina, emerge una minaccia sufficientemente seria da non sottovalutare. Più per la volontà del giocatore, che potrebbe finire in uno dei club più grandi del suo paese, che per il potenziale economico che potrebbe portare, perché River Plate, la squadra che desidera l’attaccante dell’Atletico, non ha intenzione di fare follie per lui.
L’interesse per il River e, soprattutto, per la personalità che rappresenta, in questo caso Marcelo Gallardo, il suo allenatore, sono certamente elementi abbastanza forti da mantenere alta l’attenzione sulla situazione.