Luis Carrión, allenatore dell’UD Las Palmas, si aspetta di incontrare un avversario “diverso” dal Siviglia con cui ha giocato nella prima giornata, in occasione della partita di domenica a Leganés. Confida di riuscire a contrastare efficacemente le transizioni degli avversari madrileni, un’area che, secondo lui, necessita di miglioramenti all’interno della sua squadra, visto che ne ha sofferto durante la partita con i Sivigliesi.
In conferenza stampa questa venerdì, l’allenatore catalano ha dichiarato di conoscere bene la squadra di Leganés, data la loro presenza nella LaLiga Hypermotion della scorsa stagione. Ha inoltre menzionato che la squadra ha fatto un “buon lavoro” durante la partita contro l’Osasuna (1-1) il fine settimana scorso, essendo ben preparati e vantando giocatori “versatili”.
Carrión afferma che l’UD ha ancora “molto spazio per migliorare” e spera che il loro stile di gioco progredisca nel corso delle partite. Dopo il pareggio con il Siviglia (2-2 allo Stadio di Gran Canaria), ha individuato alcuni aspetti del gioco che richiedono maggiore attenzione, come la disposizione dei suoi giocatori una volta superata la prima pressione avversaria.
L’allenatore barcellonese è decisamente convinto che la sua squadra non sarà mai “conservatrice”, poiché crede che non sia preparata per un approccio del genere. “Saremo sempre all’attacco, ci sono molti modi per farlo, ma bisogna scegliere il momento giusto”, ha dichiarato, aggiungendo che durante la partita contro il Siviglia hanno forzato troppo alcuni degli attacchi, a suo parere “troppo veloci già nella prima circolazione”. Per la seconda partita si aspetta un avversario “che sa difendersi e attendere”, e in risposta spera che la sua squadra mantenga il possesso del pallone in modo “produttivo”, con l’obiettivo della porta avversaria sempre in mente.
Riguardo al mercato dei trasferimenti, ha ammesso di avere molti giocatori nel suo team “e alcuni dovranno andare”, ha avuto conversazioni individuali con vari calciatori, come nel caso del difensore Enrique Clemente, “che è in un’età in cui deve giocare, non vogliamo che le persone restino inattive.”