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Riyadh Air, in lizza per nominare lo stadio dell’Atlético

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L’Atletico Madrid è alla ricerca di un nuovo sponsor per il suo stadio. Il team di Madrid sta negoziando con Cívitas, l’azienda di costruzioni, per terminare la loro attuale partnership legata allo stadio Metropolitano. Il giornale ‘El Independiente’ ha riferito su questa situazione, affermando che, dopo l’estate, le discussioni si concluderanno e lo stadio di San Blas cessera di usare il nome ‘Cívitas’.

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Nonostante non si tratti di una rottura sgradevole, l’Atletico Madrid crede di poter ottenere un contratto di sponsorizzazione più remunerativo per il suo stadio. Questo era già risaputo. Il già citato El Independiente riferisce che Riyadh Air, l’attuale principale sponsor dell’Atletico, sta già discutendo con il club per esplorare la possibilità di aumentare la sua presenza e dare il suo nome allo stadio Metropolitano.

Ci sono diverse aziende che potrebbero essere interessate. Tuttavia, è ovvio che Riyadh Air, “che avrebbe offerto un importo ‘molto superiore a quello attualmente pagato da Cívitas’, secondo il giornale citato, ha un vantaggio rispetto alle altre in quanto è già uno degli sponsor del club. Con l’accordo per la maglietta, Riyadh Air paga 40 milioni di euro all’anno fino al 2027, uno dei più elevati in LaLiga, soltanto superato da Fly Emirates (Real Madrid) e Spotify (FC Barcelona), come riferito da ‘El Independiente’. Comunque, ci saranno nuovi colloqui con altre aziende per capire fino a che punto sono disposte a spingere per sponsorizzare lo stadio Metropolitano.

La società araba, di proprietà del fondo sovrano del Regno dell’Arabia Saudita, non è ancora operativa e non prevede di far volare i suoi primi aerei fino al 2025. Secondo le previsioni della compagnia aerea, sperano di contribuire circa 20 miliardi di euro al PIL dell’Arabia Saudita e intendono assumere 200.000 persone. Riyadh Air ha dichiarato che intende offrire servizi a oltre 100 destinazioni in tutto il mondo entro il 2030, sfruttando la posizione strategica del Regno tra Asia, Africa ed Europa”, come riportato dai media.

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