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Modifiche nella terminologia del VAR: per ora, si dice addio all'”on field review” e al “high behind”

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Fino ad ora, in Prima Divisione, il VAR è intervenuto quattro volte al termine delle prime tre giornate. Due di queste volte sono avvenute nell’ultima giornata, la prima nel Celta-Alavés della prima giornata, correggendo l’espulsione di Aspas e riducendola a carta gialla.

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La seconda volta è stata sabato allo Stadio Olimpico nel match tra Barcelona-Athletic Club de Bilbao per correggere Gil Manzano. L’estremaduriano non ha visto un rigore di Cubarsí che Pizarro ha successivamente corretto dal VAR. Gli ultimi due interventi sono stati nel match Rayo Vallecano-Barcelona e Real Sociedad-Alavés.
Ciò significa quattro interventi su 30 partite, il che rappresenta un 13,3% di interventi. Ciò riflette la linea tracciata dal CTA per ridurre queste azioni e cercare di fare in modo che le decisioni vengano prese dall’arbitro sul campo.
È però notevole anche il cambiamento di linguaggio nelle conversazioni tra la sala VOR e l’arbitro di campo, sia da parte dell’arbitro che agisce come VAR, sia dal principale che si reca al monitor.
Infatti, nelle conversazioni che il CTA sta rendendo pubbliche, si utilizza un linguaggio più comprensibile “ti consiglio di andare a guardare il monitor”, e si descrivono le diverse telecamere con linguaggio spagnolo, evitando le frasi che divennero molto popolari quando la gremio arbitrale, RFEF e Liga concordarono per divulgare queste revisioni dal monitor alla fine della giornata.

Secondo le informazioni ottenute da MD, non esiste una regola precisa relativa all’uso di particolari espressioni nel protocollo VAR di portata internazionale. In effetti, in alcune revisioni del monitor nella Seconda, sono state utilizzate. Tuttavia, al momento è indiscutibile che questo linguaggio stia diventando sempre più “spanishizzato” nei più alti livelli del calcio spagnolo.

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