Vinicius ha ricominciato a superare i limiti. Ha utilizzato il suo soggiorno in Brasile per percepire il razzismo esistente in Spagna. Lo ha comunicato alla CNN e ha suggerito la soluzione. “Spero che la Spagna progredisca. Se le cose non cambiano entro il 2030, ritengo che dovremmo cambiare la sede della Coppa del Mondo.
Se un calciatore non si sente a suo agio e sicuro in un paese dove può subire razzismo…È complicato.” Le domande sono innumerevoli. In Spagna c’è razzismo? Sì, effettivamente c’è. Probabilmente molto meno di quanto lui denuncia, certamente meno del Brasile e nonostante questo non rifiuta di giocare con la ‘canarinha’.
Vinicius è un talentuoso calciatore? Sì, decisamente. È di pelle nera? Come il carbone. Come Rüdiger, Alaba, Militao, Camavinga, Tchouaméni, Mendy, Endrick, Rodrygo, Bellingham, Mbappé… Se questo paese fosse razzista, nelle squadre spagnole giocherebbero solamente bianchi. Ancelotti è riuscito a schierare fino a otto neri nel Real Madrid. Solo Vinicius ha problemi con il colore della pelle, come gliene aveva a casa nelle file del Flamengo (2018). Quando Vini si è confrontato con una larga fetta del Mestalla, ciò ha portato alle conseguenti sanzioni per i responsabili, i suoi agenti (brasiliani) non hanno esitato a esagerare riguardo al razzismo in Spagna; perfino Lula ha espresso preoccupazione, e hanno persino accennato alla possibilità di un trasferimento. Prima della chiusura dell’ultimo mercato estivo, l’Arabia Saudita ha mostrato interesse per l’eccezionale (e problematico) calciatore: milioni netti per cinque anni e ambasciatore dei Mondiali 2034. Si dice che al Real Madrid siano stati offerti fino a 400 milioni. L’accordo non è stato finalizzato, ma ci sono voci e prese di posizione: il calciatore prende di mira i Mondiali 2030.
Lo stadio Bernabéu è in competizione con Casablanca per ospitare la finale, ma c’è stata una mossa subdola. Vini ha di nuovo urinato fuori dal vaso.