Il tribunale di Siviglia ha nuovamente respinto l’accusa di presunti abusi sessuali contro William Carvalho, confermando così la decisione presa dal Tribunale d’Istruzione n.9 di Siviglia qualche mese fa, quando decise di archiviare provvisoriamente la causa aperta per un presunto crimine di violenza sessuale contro il calciatore del Real Betis, escludendo la presenza di un rapporto “non consentito” tra la denunciante e l’imputato.
Risalente al 2 settembre, la Sezione Settima del Tribunale ha stabilito che le affermazioni della denunciante “non hanno fondamento”, contestualmente respingendo l’accusa della donna riguardo l’ipotesi di sottomissione chimica. Ciò conferma la decisione già presa dai giudici a giugno, quando il Tribunale d’Istruzione n.
9 ha stabilito che “né le circostanze precedenti, né quelle contemporanee, né quelle successive” agli atti denunciati, avvenuti nell’agosto del 2023, “avallano l’ipotesi di un rapporto non consensuali o tale da compromettere la capacità della vittima di dare il suo consenso”.
La giudice ha sottolineato che “i due si conoscevano da prima e qualche mese prima avevano già avuto relazioni, periodo dal quale, secondo quanto riportato dalla stessa denunciante, avevano mantenuto un contatto attraverso messaggi, telefonate o videochiamate”, fino a quando, in un dato momento, “decidono di passare qualche giorno insieme a Siviglia”.
Il calciatore “si è occupato di tutte le necessità per prenotare biglietti aerei e alloggio, è degno di nota che la stessa denunciante afferma nella sua testimonianza di essere rimasta sorpresa dal fatto che non alloggiassero a casa sua, tale era il livello di fiducia della relazione che lei almeno presumeva in quel momento”.
In altre parole, non esistono indicatori che la denuncia fosse influenzata nelle sue capacità a causa dell’alcol consumato qualche ora prima, secondo la giudice. L’accusatrice ha detto di aver bevuto due birre, due bicchieri di vino bianco e uno di rosso. Tuttavia, la giudice rimane flessibile: “Entrò nella stanza con l’indagato senza alcuna resistenza e senza mostrare segni di disagio”.
La giovane donna “non ha manifestato sospetti o presunzioni che fosse avvenuto un rapporto non consensuale la mattina successiva, quando non ne parlò a nessuno delle persone con cui era in contatto, incluso l’indagato, non commentando di essere stata infastidita dal rapporto avuto”, e persino “si deduce che aveva intenzione di vederlo in tutte le interazioni successive che, attraverso WhatsApp, ha avuto con l’indagato”, chiedendogli di modificare il biglietto per posticipare il ritorno. “Vista la mancanza di interesse dell’indagato a rivederla, ha comunicato il suo disappunto e ha deciso poi, al suo arrivo a Ibiza, di denunciare gli eventi”, conclude la giudice.