Saúl Ñíguez non si nasconde dalle responsabilità. Una decisione coraggiosa lo ha portato al Sevilla, una squadra in difficoltà ma con una storia prestigiosa, e non ha intenzione di tornare indietro. Originario di Elche e con un ricco curriculum all’Atletico Madrid, Saúl è pronto a farsi carico delle sfide, anche nei momenti difficili come quello attuale della squadra di García Pimienta che non può supportare sabato prossimo contro il Getafe a causa di una sospensione.
“Noi giocatori più esperti dobbiamo mostrare ai più giovani cosa significa indossare la maglia del Sevilla. Abbiamo molti giovani provenienti dall’accademia e da altre squadre, che vedono la situazione complicata e faticano a gestire la pressione. Il mio compito è assorbire la durezza per i veterani”, ha rivelato durante un’intervista con ‘El País’.
Nonostante abbia giocato solo due partite con il Sevilla a causa di una sospensione pregressa e un’espulsione nel suo secondo match a Majorca, Saúl sente la responsabilità del club. “Sono qui da meno di tre mesi, ma il club mi ha affidato il compito di sostenere i miei compagni in un periodo come questo. Interpreto il mio ruolo sia in campo che fuori, aiutando i colleghi che, se pressati troppo, rischiano di bruciarsi in uno o due anni. Il mio desiderio è che i giovani provenienti dal settore giovanile del Sevilla abbiano una carriera di 15 anni nel club. Noi che siamo nel mondo del calcio da più tempo dobbiamo assumerci questa responsabilità. Nei momenti duri, le cadute fanno più male, ma ho le spalle larghe. Sono pronto a prendere i colpi. Ho inviato un messaggio per permettere ai tifosi del Sevilla di sfogarsi con me. La risposta è stata positiva”, insiste l’ex Atletico Madrid.
Saúl ammette che l’instabilità attuale del club influisce sul team e spera che le proteste previste per la partita contro il Getafe non avranno un impatto negativo sul gioco, dato che il Siviglia ha bisogno dei punti: “Si sentono. Questo è un ‘rumore esterno’ che non possiamo gestire e che idealmente non dovrebbe toccarci, ma si manifesta. Potrebbe non risentirne all’inizio, ma se il Getafe ti colpisce, con tutto quel rumore, quel danno ti tocca dieci volte di più. Se loro segnano un gol, è difficile ora che il pubblico ci aiuti a recuperare da questa situazione. Ma aspetta, non mi sto nascondendo, noi giocatori siamo i primi responsabili e dobbiamo guadagnarci il sostegno dei tifosi mostrando il nostro impegno dentro il campo”.