Non ci sarà alcuna denuncia dal corpo arbitrale in relazione alle affermazioni fatte ieri notte dal nigeriano Uche su ESPN, in cui esprime il suo disagio per il modo in cui è stato trattato nelle prime partite della Liga. Il giocatore della squadra azzurra sostiene che “nei primi due o tre incontri, ho visto con i miei stessi occhi.
Gli arbitri sono molto scarsi”, poi aggiunge che “mi davano calci e l’arbitro diceva che dovevo alzarmi. No. È fallo, tu devi fischiare. Ma se calciavano un altro giocatore, l’arbitro fischiava semplicemente e questo è molto doloroso”.
Sebbene queste parole siano state rilasciate su un mezzo di comunicazione, si tratta di un’opinione che in nessun momento mette in dubbio l’onorabilità e l’onestà del corpo arbitrale.
Il resto è tutto interpretativo. Inoltre, non usa un linguaggio volgare o umiliante come indicato all’articolo 106 del Codice Disciplinare relativo alle “dichiarazioni attraverso qualsiasi mezzo sui membri del corpo arbitrale o membri degli organi di garanzia normativi.”
L’articolo afferma chiaramente che “il fatto che qualsiasi persona soggetta a disciplina sportiva faccia dichiarazioni attraverso qualsiasi mezzo in cui si mette in dubbio l’onestà e l’imparzialità di qualsiasi membro del corpo arbitrale o degli organi della RFEF; così come le dichiarazioni che implicano una disapprovazione dell’attività di qualsiasi membro dei collettivi menzionati quando esprimono sdegno o utilizzano un linguaggio offensivo, insultante, umiliante o volgare” possono essere sanzionate. In tal caso, la pena comporta tra quattro e dodici partite, oltre a una multa di 601 a 3.005,06 euro.
Questo giustifica il fatto che non si procederà a trasferire una denuncia al Comitato Disciplinare, che avrebbe portato all’apertura di un procedimento straordinario che avrebbe richiesto la nomina di un istruttore. E c’è un’alta probabilità che non verrà applicata nessuna sanzione, poiché queste parole possono essere considerate un esercizio della libertà di espressione del giocatore. Inoltre, ci sono precedenti in cui, in situazioni simili, alla fine il TAD o il tribunale ordinario ha annullato la punizione proprio perché la considerava esercizio della sua libertà di espressione.
Questo non ha nulla a che vedere, ad esempio, con le parole di Gayà alla fine della stagione 2021-2022, in cui metteva in dubbio l’imparzialità arbitrale e che gli sono costate quattro partite. O la stessa sanzione inflitta al giocatore del Girona, David López, quando ha dichiarato davanti alle telecamere televisive che l’arbitro Ortiz Arias li insultava.