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“Non si concederà nulla a Betis e Sevilla”

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Il sindaco di Siviglia, José Luis Sanz, ha precisamente sottolineato che il Comune della capitale andalusa “non darà assolutamente nulla” ai due club calcistici locali, Real Betis e Sevilla FC. Questo dopo l’approvazione, la settimana scorsa, dal Consiglio Comunale con i voti di PP, PSOE e Vox, della modifica del Piano Generale di Pianificazione Urbana per avviare le procedure al fine di “estendere gli usi compatibili con le strutture sportive uniche”, includendo lo stadio Benito Villamarín, il Ramón Sánchez-Pizjuà, la Cartuja e il Palazzo dello Sport di San Pablo.

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Riguardo alla costruzione del nuovo Benito Villamarín, che dovrebbe iniziare alla fine della stagione, e le preoccupazioni di alcuni gruppi di residenti di possibili situazioni simili a quelle vissute a Madrid con il Santiago Bernabéu, il primo cittadino, José Luis Sanz, ha chiarito durante un’intervista alla radio SER questa settimana che “ad oggi, sia il Sevilla che il Betis possono organizzare un concerto quando lo desiderano. Potrebbero organizzarlo domani”. “Ciò che abbiamo fatto è stato sbloccare un accordo che era bloccato da 22 anni. La discussione su se entrambi si trasferissero alla Cartuja venne affrontata, è stata risolta e si è permesso a entrambi di continuare a investire nei loro stadi, quindi ora non ha senso proibirgli un rinnovamento dello stadio”, ha affermato il sindaco di Siviglia, aggiungendo che “per la prima volta, abbiamo trovato una soluzione urbanistica legale per l’ampliamento di entrambi”. Sanz ha ripetutamente sostenuto che la ristrutturazione dei due stadi è “un bene per la città”, prevedendo che entrambe le squadre avranno bisogno di “terreni comunali, circa 10.000 metri quadrati, ma non regaleremo assolutamente nulla. Ciò implica delle compensazioni”.

Riguardo alle difficoltà che si possono manifestare a causa della gestione di concerti in stadi sportivi inner citta, circondati da case, come ad esempio a Madrid con il Santiago Bernabéu, il sindaco di Siviglia ha spiegato che il problema lì risiede nel fatto che “la realizzazione tecnica di inibitori per mitigare l’eco del suono, non era ancora completa. Ho visitato stadi simili, ad Amsteram per esempio, ho soggiornato nelle vicinanze e il rumore dello stadio era quasi impercettibile. Il problema del Bernabéu è che la realizzazione non era terminata. Con un’installazione adeguata, questi problemi non esisterebbero”. “Questi due stadi, insieme a La Cartuja, sono destinati a diventare punti di riferimento in Andalusia e motore economico della città”, ha sottolineato il sindaco, inviando anche un messaggio al Governo centrale: “Sarebbe positivo, per La Cartuja, chiudere l’anello delle ferrovie suburbane. La Giunta sta lavorando, noi stiamo lavorando, ma sarebbe di aiuto in vista del Campionato mondiale del 2030”.

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