La Real ha fatto un ritorno, si diverte, scopre un ‘assassino’ e batte pesantemente il Valencia

La Real è ritornata in pista. Anche se si tratta solo di una vittoria, essa è stata ottenuta dopo varie ottime partite senza premio. La squadra txuri urdin ha dominato il Valencia con un primo tempo che ha evocato la miglior performance della Real della stagione passata, seguito da un secondo tempo, più tattico, in cui ha fatto la differenza grazie agli attacchi di Oskarsson, novità della squadra txuri urdin.

Questo è stato un ritorno al passato per la Real, guidata da Imanol, in una serata di gala con i realisti in vesti stellari. Le vittorie e l’entusiasmo sono tornati, forse accompagnati da un nuovo ‘killer’.

Sei sostituzioni, senza Orri
La rotazione della squadra continua, come era prevedibile date le assenze rilevanti nella partita a Niza.

Imanol ha apportato sei cambiamenti alla formazione, tornando al 4-3-3 e modificando quasi completamente la difesa e il centrocampo. Aramburu, Aguerd, Javi López, Sucic e Sergio Gómez, insieme a Kubo, hanno preso il posto di Odriozola, Pacheco, Jon Martín, Aihen, Marín e Brais. La novità è stata l’assenza iniziale di Oskarsson e Turrientes, ma Imanol ha puntato sul suo leader, Oyarzabal, per formare il trio che ha fatto meraviglie in Champions, e sul centrocampo che si è comportato così bene contro il Madrid.

Il calcio è tornato ad Anoeta
La Real ha ritrovato il suo istinto, l’ispirazione, la forma fisica e l’entusiasmo fin dal primo minuto. Ha domato il Valencia a suo piacimento nel primo tempo, con delle combinazioni di alto livello, incursioni pericolose e gol. In altre parole, un calcio di alta qualità. C’era sicuramente talento nella squadra. Spesso si asseriva che la Real dipendeva troppo dai suoi estremi, ma c’è un lato positivo: quando questi giocatori sono in campo, la Real gioca in modo diverso. L’unico pericolo del Valencia è stato a metà del primo tempo, con una testata di Mosquera che Remiro ha bloccato in basso. Zubimendi, Zubeldia e, soprattutto, uno straordinario Aramburu hanno fatto in modo che non ci fossero più occasioni.

Inoltre, presto è arrivato l’indispensabile rinforzo mentale sotto forma di gol. Il gol che ha tolto la Real dall’ultimo posto solitario de LaLiga in termini di reti segnate. È arrivato all’ottavo minuto, evocando la Real che dominava nei primi tempi della stagione precedente. E con una giocata incredibile partendo da dieto. Sucic ha passato la palla a Zubimendi e lui, con un controllo orientato da un altro pianeta, ha accelerato il gioco liberandosi da ogni marca. Ha lanciato un lungo passaggio misurato a Barrenetxea sulla fascia sinistra e il ‘7’ ha preso l’iniziativa, ha fissato il suo avversario e ha diviso con un passaggio in vantaggio per l’arrivo di Sergio Gómez. Il ’17’, in una posizione un po’ forzata, è arrivato in tempo per dare un perfetto passaggio indietro, un altro di quelli con quel guanto che ha nella sinistra, per far balzare Kubo segnando l’1-0, grazie anche alla distrazione di Oyarzabal. Una giocata perfetta per un inizio di partita eccellente.

Il gol è stato un colpo positivo per la squadra di Imanol, che ha esultato con entusiasmo al vantaggio in classifica. Non ci sono molti gol, quindi c’è davvero motivo di gioire. La Real ha davvero fatto girare il Valencia, trovando sempre uomini liberi internamente ed esternamente e coinvolgendo Kubo e Barrenetxea attraverso l’intervento di Zubimendi e Sergio Gomez. Tutti e quattro sono stati straordinari. L’ex giocatore del City, che ha migliorato tutto ciò che ha toccato, ha anche consegnato un centro perfetto per Aguerd, che però, alzando la gamba, ha mandato il tiro a segno sul palo. Anche Barrene ha avuto l’occasione per il 2-0, ma ha mandato fuori un tiro destro a effetto subito dopo un’ottima azione di Kubo da destra, che ha messo in difficoltà il suo marcatura.

Il ritmo diminuisce e ci sono cambiamenti
Nel secondo tempo, il livello di gioco della Real è diminuito notevolmente e il Valencia ha fatto due passi avanti. Ha preso più terreno sul campo avversario e si è avvicinato all’area di Remiro. La prima occasione è stata per Pepelu, che ha tirato forte da lontano dopo un rinvio, costringendo Remiro a intervenire. La migliore opportunità era per Tarrega, in un angolo mal difeso in cui ha tirato molto vicino a Remiro, ma male. La Real, poco a poco, riusciva a capire come uscire velocemente, ma non riusciva a capitalizzare le occasioni per causa di qualche cattiva decisione o applicazione.

Imanol non era convinto del suo gioco e ha subito apportato delle modifiche. Ad un’ora di gioco è entrato Oskarsson al posto di Oyarzabal e Turrientes per Barrene, spostando Sergio Gómez sulla sinistra. Un altro cambio di ruolo per l’ex giocatore del City.

Il ‘9’ fa il suo esordio in grande stile. La partita si è nuovamente livellata con le sostituzioni, ma lentamente la Real ha ripreso il controllo del gioco. Aguerd ha tentato un tiro da lontano che è stato deviato da Mamardashvili, Javi López ha servito un ottimo cross per Oskarsson, ma quest’ultimo non è riuscito a sfruttarlo bene. Il giocatore islandese si è gettato completamente sul successivo cross basso e ha colpito il portiere, mentre Turrientes ha fallito un’occasione d’oro.

Il secondo goal sembrava sfuggire, ma Sergio Gómez aveva ancora un ultimo asso nella manica e un regalo per Brais, il ‘9’. L’ex giocatore del City ha raccolto un pallone che sembrava perduto, ha fatto una giravolta e, quasi cadendo, ha passato la palla perfettamente dietro la difesa per un assist a Brais, che ha avuto un faccia a faccia con il portiere ma ha preferito servire il pallone a Oskarsson, che ha esultato con tutto nel corner. Il primo goal di Oskarsson in carriera. I tamburi hanno iniziato a suonare in tribuna, Maguna ha avuto i suoi primi minuti in campo e Aramburu e Kubo sono stati applauditi meritatamente, ma il finale di partita era ancora da venire. Maguna ha rubato un pallone a centrocampo, ha passato a Sergio Gómez e quest’ultimo ha avuto l’onore di dare un altro assist per il doppio goal di Oskarsson. Un sabato differente e pieno di speranze, tutto è andato per il meglio.

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