Bixio Górriz, originario di Irun e nato nel 1958, è una figura ben nota tra i tifosi della Real Sociedad. Ha fatto il suo esordio nel 1979 e un anno dopo si è trovato a competere contro il Lokeren nella terza fase della UEFA.
L’ex difensore centrale ha condiviso con MD la sua esperienza durante quella storica eliminatoria.
Come ricorda quel confronto con il Lokeren?
Eravamo senza dubbio un ottimo team, reduce da una lunga serie di imbattibilità e da una stagione in cui abbiamo perso il campionato all’ultimo momento.
Tuttavia, ero convinto che la mancanza di esperienza in ambito europeo fosse un fattore che ci ha impedito di superare quella fase.
La sconfitta dell’andata ha avuto un peso?
Lì sono stati nettamente superiori: ci hanno battuti 1-0, e secondo me era un risultato giusto. Nella gara di ritorno, dopo essere andati sotto 0-2, abbiamo creato diverse occasioni, ma la situazione sul tabellone ci ha spezzato. Anche se poi siamo riusciti a pareggiare, all’epoca i gol in trasferta valevano doppio, e avessimo subito un terzo gol saremmo stati eliminati.
Oltre ai belgi, avevano anche diversi stranieri…
Certamente ricordo Lato, il polacco, che ci ha dato molto filo da torcere e ha segnato all’andata. Anche Larsen, un danese che era davvero un buon giocatore, ha trovato la rete a Atotxa. In generale, era una squadra molto competitiva e fisicamente robusta.
Hai avvertito un clima ostile in campo?
Sì, certamente ho un ricordo di una partita difficile, con un’atmosfera intensa. C’erano dei tifosi molto appassionati, ma non posso definirli ostili. È vero che l’Anderlecht ha una reputazione in merito agli ultras, e spesso quando ne parliamo sembra che tutti i tifosi di quella squadra debbano avere quel profilo.
Domani, la Real scenderà nuovamente in campo contro una squadra belga. Ritengo che la lega belga non abbia lo stesso prestigio e rilevanza della Premier League o della Serie A, ma ha comunque mostrato sempre un buon livello. In occasione del Mondiale ho avuto l’opportunità di affrontare il Belgio e ho notato la presenza di ottimi giocatori. Riguardo all’Anderlecht, penso che sia una compagine di grande successo, paragonabile al Real Madrid in Spagna.
Cosa ne pensa dell’incontro europeo disputato contro il Nizza?
Prima di affrontare la partita a Nizza, avevo la sensazione che fosse finalmente giunto il momento per la Real di ottenere un buon risultato. Ci sono stati molti cambiamenti, con l’inserimento di protagonisti delle giovanili e alcuni che hanno debuttato da titolari. Nonostante ciò, la squadra ha mostrato carattere, soprattutto nel primo tempo, dimostrando un gioco incisivo che ha fatto sembrare il Nizza inferiore.
Qual è la sua opinione sulla Real in questa competizione?
Ad oggi, la Real è pronta e in grado di affrontare questa sfida. Già lo scorso anno ha avuto una buona performance in Champions League contro squadre forti. In competizioni di questo calibro, è fondamentale dare il massimo e puntare in alto. Non considero né il Nizza né l’Anderlecht superiori alla Real.
Pensa che quest’anno si possano ottenere risultati significativi?
È importante essere ambiziosi. Con umiltà e impegno, bisogna mirare a raggiungere traguardi elevati.
Il club belga riuscì a pareggiare ad Atotxa, consolidando così le proprie possibilità di avanzare nel torneo. La stagione 1979/80 fu un periodo di grande entusiasmo per la Real Sociedad, che, dopo aver ottenuto il secondo posto in campionato, cercò di conquistare la UEFA. Nel loro cammino, eliminarono il club ungherese Ujpest e il Brno della Cecoslovacchia, ma nella terza fase si trovarono di fronte a una squadra ostica: il Lokeren belga, che vantava elementi come il belga Verheyen, il danese Larsen e il veterano Lato. Nella gara di andata in Belgio, un gol di Lato nella ripresa permise ai padroni di casa di assicurarsi la vittoria. Nella partita di ritorno, la Real dimostrò grande grinta. Nonostante subissero due reti, una di Lato e un’altra di Larsen, che rischiarono di portarli all’eliminazione, non si arresero. Negli istanti finali, López Ufarte segnò un rigore e Zamora realizzò il secondo gol, ottenendo così un pareggio, ma non avendo successo nell’ottenere il passaggio alla fase successiva.