Jesús Navas ha dichiarato: “Il mio corpo non riesce a reggere oltre, ci sono giorni in cui a casa mi sento davvero male.”

Il capitano del Sevilla, Jesús Navas, ha espresso il suo entusiasmo per il prossimo derby contro il Betis, un match che segnerà la sua ultima apparizione considerando la sua imminente ritirata a fine anno. Questo incontro, previsto per domenica allo stadio Ramón Sánchez-Pizjuán, lo porterà a diventare il giocatore con il maggior numero di presenze nei derby di Siviglia.

A pochi giorni dal suo 39° compleanno, il calciatore parteciperà al suo ventottesimo derby dall’esordio nel maggio 2005, superando così il record di 27 presenze di Joaquín Sánchez. Navas ha sottolineato quanto sia significativo questo evento sia per i calciatori che per i tifosi, esprimendo il desiderio di vincere come il più bel premio possibile.

Il giocatore ha condiviso come la sua famiglia gli consigli di fermarsi, vista la grave sofferenza causata dalla sua lesione cronica all’anca destra. Sebbene abbia sempre giocato con dolore, ha rivelato che i problemi recenti sono stati particolarmente acuti e ha confermato che il suo corpo non resiste più come prima. Nonostante ciò, ha detto che la motivazione e la determinazione sono fondamentali, e intende presentarsi al meglio per aiutare la squadra in questo periodo di cambiamento. Navas ha anche osservato che i derby tendono a essere incontri molto tattici, nei quali gli errori costano caro. Concludendo, ha espresso il suo attaccamento alla città e ai tifosi, notando come, a distanza di vent’anni dal suo primo derby, la passione rimanga intatta tra le due tifoserie.

“Per i nuovi membri della squadra, cerco di trasmettere l’importanza di questo incontro speciale, dove dobbiamo dare il massimo per soddisfare i nostri tifosi,” ha dichiarato il terzino che ha vestito la maglia della nazionale spagnola. Per il capitano del Sevilla, è “un vero onore ricevere il rispetto delle varie tifoserie, anche in stadi come il Benito Villamarín”, dove ha ricordato di aver ricevuto “una standing ovation” durante il “tributo a Joaquín”, ritenendo che questo sia il risultato “di valori come l’umiltà”. “La cosa fondamentale è essere sempre se stessi, non aver mai perso la propria identità sin dai tempi in cui giocavo con la squadra giovanile”, ha affermato.

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